La battaglia per l'égalité della Schiappa fa sognare le donne di Francia
Il governo francese investe sulla parità di genere. E il merito è tutto della segretaria di stato per le Pari opportunità
Parigi. Al G7 di Biarritz, quest’estate, la segretaria di stato francese per le Pari opportunità, Marlène Schiappa, aveva promesso di trasformare la battaglia per l’uguaglianza tra uomini e donne in “una causa globale”. Lo scorso 3 settembre, ha lanciato la “Grenelle des violences conjugales”, una grande consultazione nazionale sul tema delle violenze di genere, che durerà fino al 25 novembre e coinvolgerà ministri, associazioni femministe, parenti delle vittime, magistrati, avvocati e altri attori della società civile. Domenica scorsa, su questa scia, ha annunciato che l’esecutivo, nel 2020, stanzierà più di un miliardo di euro per la parità di genere e contro il femminicidio, il doppio rispetto al budget messo a disposizione nel 2019. “Il governo ha stanziato 544 milioni di euro per l’uguaglianza tra uomini e donne nel 2019. Nel 2020 saranno investiti 1.116 miliardi in questa politica trasversale”, ha dichiarato alla Voix du Nord la ministra francese, prima di aggiungere: “Non facciamo distinzione tra questa battaglia per l’uguaglianza e quella contro le violenze sulle donne. Sono collegate. Queste violenze proliferano in un sistema dove gli uomini aggressori o violenti sottomettono le donne attraverso legami di interdipendenza economica e di potere. Se hai abbastanza autonomia, soprattutto finanziaria (…) sei meno vulnerabile alla violenza”.
E’ la prima volta che la Francia consacra tali cifre alla battaglia per l’égalité – cifre che potrebbero essere anche “più alte”, secondo le parole dell’entourage della Schiappa. E il merito è tutto della giovane segretaria per le Pari opportunità, la ministra più concreta di questa prima metà di quinquennio. Le ultime cifre sul femminicidio – dall’inizio di quest’anno sono state uccise 114 donne per mano del loro compagno – hanno spinto Marlène Schiappa a moltiplicare le iniziative per contrastare il fenomeno. Una di queste è stata il lancio di una campagna di divulgazione del numero di emergenza per le vittime di violenze coniugali, #Reagir3919, che ha prodotto risultati incoraggianti. “Per molto tempo c’è stata negligenza e fatalità in materia di violenze coniugali. Ma anche mancanza di informazione. Pochissime donne conoscevano il 3919 prima della Grenelle. Oggi è il 59 per cento di esse a conoscerlo”, ha detto alla Voix du Nord la segretaria di stato per le Pari opportunità.
La Schiappa ha ricordato anche il grande passo in avanti nella tutela dei bambini testimoni di violenze domestiche, consentito dalla sua legge contro le violenze sessuali e sessiste adottata in via definitiva ad agosto. “Adesso è prevista la revoca dell’autorità parentale in caso di femminicidio, mentre, in caso di violenza domestica, il coniuge perderà i diritti sul figlio mantenendo i doveri, come quello di provvedere ai bisogni della madre che si ritrova sola”, ha spiegato la Schiappa. Il settimanale Obs, nel suo ultimo numero, l’ha descritta come una “femminista pragmatica che aspira ad abbattere tutti i conservatorismi”. Di certo, Marlène Schiappa è la ministra più dinamica della République, con un’agenda piena, anzi pienissima, che nel 2020 sfocerà nell’ambiziosa “legge sull’emancipazione economica delle donne”. Il testo, che la ministra difenderà all’Assemblea nazionale assieme al titolare dell’Economia, Bruno Le Maire, si pone come obiettivo principale quello di “facilitare il percorso delle donne verso il lavoro”, ha detto la Schiappa al Figaro, e in particolare di quelle donne “che riprendono un’attività dopo un periodo dedicato alla maternità”. Gli altri capitoli del progetto legislativo riguardano l’introduzione di un sistema di quote nelle aziende per migliorare la parità di genere, la moltiplicazione per cinque delle penalità ai danni dei partiti che non rispettano la parità, un miglioramento concreto della posizione delle donne nei mestieri del futuro (questo capitolo, è stato affidato a Chiara Corazza, direttrice generale del Women’s Forum, che nelle prossime settimane fornirà alla ministra una serie di proposte) e un impulso al finanziamento delle start-up e delle aziende guidate da donne. Su quest’ultimo punto, è già stato firmato un accordo tra la Schiappa, la Caisse des Dépôts, Bnp Paribas e la Fédération Nationale des Caisses d’Epargne. Secondo uno studio del Boston Consulting Group, le imprese con a capo una donna nate dopo il 2008 hanno ricevuto solo il 2 per cento delle totalità dei fondi raccolti dal mondo delle start-up esagonali. Una percentuale che la ministra vuole cambiare al più presto.
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