Christian Jacob (foto LaPresse)

La destra francese ha scelto il suo curatore fallimentare: Christian Jacob

Mauro Zanon

Uomo d’apparato del gollismo, l'ex protetto di Chirac è il nuovo presidente dei Républicains. Ma per la maggior parte degli osservatori non è la persona giusta per rilanciare il partito

Parigi. François Fillon, quando era ancora primo ministro di Sarkozy, lo aveva soprannominato “Rantanplan”, dal nome del cane stupido di Lucky Luke. E da quel momento, Christian Jacob, attuale capogruppo dei deputati Républicains (Lr) all’Assemblea nazionale, non si è più scrollato di dosso quel perfido nomignolo. Ciò non gli ha impedito, domenica sera, di essere comunque eletto neopresidente di Lr col 62,58 per cento dei voti, davanti a Guillaume Larrivé e Julien Aubert, difensori di una linea ultraconservatrice che ha allontanato i militanti.

 

“Lr riprenderà il posto che gli spetta solo quando tornerà a mantenere la sua promessa di rassemblement. Le ambizioni personali e gli ego devono essere messi da parte”, ha dichiarato Jacob dopo il risultato netto del primo (e unico) turno delle elezioni interne dei gollisti. Poi, dopo un respiro profondo, ha aggiunto: “Ognuno di noi è consapevole della difficoltà di rimettere in carreggiata il nostro movimento che, in questi ultimi sette anni, ha vissuto tanti periodi critici”.

 

Quella di Jacob, uomo d’apparato del gollismo, ex protetto di Chirac e ministro fedele sotto il suo quinquennio (prima della Famiglia, poi delle Pmi e infine della Funzione Pubblica), è una vittoria senza trionfalismo, giunta a cinque mesi dallo schiaffo delle europee e le successive dimissioni di Laurent Wauquiez. Domenica, c’erano dieci militanti o poco più ad applaudirlo al suo arrivo nella sede di rue de Vaugirard, non c’era, insomma, la folla dei grandi eventi, dei grands jours del gollismo che fu, anzi, regnava piuttosto una certa rassegnazione, e molti, malinconici, dicevano che per ora “non c’è nulla di meglio di Jacob”, è quel che passa il convento, bisogna accontentarsi di lui. Figlio di contadini, Jacob non ha fatto l’Ena, né Sciences Po, e a 17 anni ha preferito continuare a lavorare nell’azienda agricola di famiglia piuttosto che continuare gli studi. “Sono senza diploma di maturità e senza complessi”, ha detto Jacob a Paris Match, dicendosi orgoglioso della sua formazione, lui che è stato scoperto e assunto da Chirac quando era allevatore di 27 vacche da latte vicino a Provins, nel dipartimento del Seine-et-Marne (regione parigina).

 

La maggior parte degli osservatori, tuttavia, più che soffermarsi sulla sua formazione, sottolineano che Jacob, in tre mesi di campagna elettorale, non ha prodotto nessuna idea innovativa, nessuna misura faro e nessun sussulto ideologico tale da permettere ai Républicains di proporre un progetto alternativo al macronismo. “Jacob ha vinto, la destra ha perso”, ha commentato, velenoso, il mensile della destra intellettuale francese, Causeur. Perché se è vero che per Jacob è stata certamente una rivincita personale, quella del figlio della Francia profonda guardato sempre con sussiego dall’élite parigina, è vero anche che non sembra avere l’energia, né il carisma per rilanciare la destra repubblicana.

 

Si è presentato come il candidato del “buon senso” e del “rassemblement”, ma “buon senso” non ha nulla di rivoluzionario e “rassemblement” è una formula ormai stantia e screditata da anni di lotte fratricide. Dovrà trovarne altre, insomma, per bloccare l’inquietante emorragia di militanti, passati dai 234.556 nel dicembre 2017 agli attuali 131.268, per riconciliare le varie anime della destra attorno a un progetto federatore e presentarsi alle elezioni amministrative del 2020 con dei candidati forti. Per i suoi sostenitori, è un’impresa difficile ma possibile, per il Parisien, invece è una “mission impossible”. Anche perché gli ammiccamenti dei moderati verso il lido macronista proseguono a grandi passi. Secondo quanto rivelato dal Journal du dimanche, Agir, il partito della cosiddetta “destra costruttiva” (i dissidenti Macron-compatibili che hanno abbandonato Lr nel 2017), potrebbe partecipare ogni martedì alle famose colazioni di Matignon, dove si riuniscono i leader della maggioranza per decidere le linee guida dell’agenda politica. Il cantiere Lr richiederà a Jacob lavori titanici.    

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