Il luogo del raid americano dove è stato ucciso al Baghdadi

Nel raid americano è stato ucciso anche il successore di al Baghdadi, dice Trump

“Molto probabilmente avrebbe preso il posto di comando. Ora anche lui è morto!”, twitta il presidente degli Stati Uniti. Ecco chi era

“Appena confermato che il successore numero uno di Abu Bakr al Baghdadi è stato ucciso dalle truppe americane. Molto probabilmente avrebbe preso il posto di comando. Ora anche lui è morto!”. L'annuncio – rigorosamente via Twitter – arriva dal presidente americano Donald Trump. 

 

 

L'uccisione in un raid a Barisha, nel nord della Siria, del califfo dello Stato islamico è stata portata a termine grazie a un'operazione della Delta Force iniziata alle undici di sera locali del 26 ottobre e durata circa quattro ore. La Casa Bianca ha confermato che “Baghdadi si è fatto saltare in aria e ha ucciso tre dei suoi figli che erano con lui”. Un ufficiale americano ha spiegato che Trump intendeva Abu Hassan al Muhajir, il portavoce dello Stato islamico, ucciso in un'altra operazione nel villaggio siriano settentrionale di Ayn al Bayda, vicino a Jarablus. 

 

C'è ancora un altro importante ricercato dello Stato islamico, come avevamo raccontato su queste colonne

  

Ad agosto è uscita una finta notizia – e non si sa chi l’ha fatta circolare – a proposito del fatto che Abu Bakr al Baghdadi avesse passato le consegne a un suo vice, tale Abdullah Qardash. La notizia era falsa appunto, roba che nemmeno in un comunicato aziendale, anche se la grafica era uguale a quella usata negli annunci dello Stato islamico. Ma sebbene fosse un falso, potrebbe essere stato un indizio nella direzione della verità.

Un successore di Baghdadi in realtà c’è già dal maggio 2010, quando il gruppo terroristico rilasciò un comunicato in cui annunciava che il nuovo capo era Abu Bakr al Baghdadi (il mese prima il capo precedente si era fatto esplodere in fondo a un tunnel in un compound bombardato dagli americani: è un ciclo storico che si ripete) e che il suo vice era un non meglio identificato Abu Abdullah al Hassani. Questo “Al Hassani” è molto interessante, perché indica che l’uomo è un qureishi come Baghdadi, quindi appartiene alla genealogia del profeta Maometto e può aspirare alla carica di Califfo. Insomma: già nel 2010 quando il suo potere era quasi inesistente lo Stato islamico aveva nominato al vertice due persone che in linea teorica potevano essere califfi.

Di Abu Abdullah al Hassani si sono perse le tracce, non è stato più menzionato dal gruppo in tutti questi anni e non compare nemmeno nei documenti segreti. Non è strano, i leader dello Stato islamico sanno che se si espongono troppo arrivano gli elicotteri delle Forze speciali. Ma in alcune testimonianze di dissidenti appena compare il nome di “Al Hajj Abdullah”, che viene indicato come “vice di Baghdadi”.

Ora, il vice menzionato all’inizio di questo articolo si chiama Abdullah Qardash ma anche “Hajj Abdullah”. C’è il forte sospetto che sia Abu Abdullah al Hassani, l’uomo nominato una sola volta nel comunicato di nove anni fa e poi rimasto sotto traccia. Se è così, allora la sostituzione è già decisa dal 2010 e il finto comunicato diceva (male) una cosa vera: Abdullah Qardash prenderà il posto di Baghdadi. Come lui è specializzato in argomenti religiosi, come lui è stato in prigione e come lui ha fatto parte dello Stato islamico fin dai tempi della guerra contro gli americani, quindici anni fa. In pratica ha un curriculum modello.

 

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