Rispunta Strache alla conquista di Vienna, ma l'Fpö non ci pensa proprio
Convinto di avere un seguito, l'ex leader del Partito della libertà austriaco, travolto dall'Ibiza-gate, chiede di ritirare la sua sospensione. Difficile per ora trovare qualcuno disposto a dargli un’altra opportunità
Roma. Heinz-Christian Strache è convinto che il suo partito non l’abbia dimenticato. Ed è vero, nessuno nell’Fpö lo ha dimenticato, tutti sanno che esiste, che pubblica post su Facebook, e sanno anche che contenerlo è un lavoro di gran fatica, perché Strache, ex leader del partito ed ex vice cancelliere austriaco, è molto ambizioso. Lo scorso fine settimana ci sono state le elezioni in Stiria e proprio come il voto nazionale di settembre si è registrato un calo dell’Fpö e dei socialdemocratici dell’Spö. Gli unici a crescere, proprio come alle politiche, sono i popolari del cancelliere Sebastian Kurz e i Verdi, rinchiusi da qualche settimana in negoziati cauti e silenziosi – sono delicatissimi, ogni cosa potrebbe turbarli e Kurz stesso aveva avvertito: “Potrebbe volerci tempo, più di quello impiegato due anni fa con l’Fpö”.
Il Partito della libertà austriaco in Stiria ha perso quasi dieci punti ma nonostante la sconfitta Strache ha fatto un annuncio su Facebook che è suonato come una chiamata alle armi. Ha chiesto al suo partito di ritirare la sua sospensione, di riammettere non soltanto lui ma anche Philippa, sua moglie, e di andare così a prendersi Vienna. Le elezioni nello stato della capitale si terranno il prossimo anno e il partito ha risposto all’annuncio dell’ex leader sbarrando gli occhi, tra il disperato e l’incredulo iniziando subito a domandarsi cosa fare per fermare Strache. Tra il partito e il suo ex leader c’è un problema di fondo: il primo è convinto di aver perso così tanti voti dalle elezioni europee a oggi a causa di Strache e dei suoi scandali; Strache è convinto che le sconfitte siano state causate proprio dal suo allontanamento. Non potendo trovare un accordo sull’interpretazione di questa emorragia di voti, stanno nascendo due partiti dentro al partito.
La discordia vale per ogni cosa. La corrente dominante attende il fallimento dei negoziati tra Kurz e i Verdi, spera che il cancelliere chiederà ancora una volta una mano all’estrema destra: “Non può funzionare”, dicono dall’Fpö osservando la parabola dell’Övp passato dal voler governare con la destra più estrema alla sinistra. Strache non la pensa così, è convinto di avere ancora molto seguito, preferirebbe nuove elezioni ed essere corteggiato dai popolari, e contesta la disponibilità dei suoi compagni di partito.
Norbert Hofer, presidente dell’Fpö, crede che che per il partito sarebbe meglio parlare il meno possibile di Strache. La sua strategia è quella di tenere l’ex vice cancelliere lontano dai microfoni e dai comizi, ma Strache non vuole proprio accettare il fatto che la sua èra sia finita, così si affaccia da Facebook, dove il suo partito non può fermarlo e cerca i fedelissimi. “C’è stato un tempo – ha detto Hofer in un’intervista al quotidiano Die Presse – in cui Strache ha avuto una grande carriera, ma a un certo punto si arriva alla fine della strada”. Il momento è arrivato da un po’, e il vociare di Strache non fa altro che peggiorare le condizioni del partito di ultradestra. Difficile al momento trovare qualcuno che sia disposto a dare un’altra opportunità al vice cancelliere colpito da due scandali. Alle europee di maggio era stato pubblicato un video in cui a Ibiza, in compagnia di una sedicente nipote di un oligarca russo, prometteva appalti e facilitazioni in cambio di denaro. Strache si è dovuto dimettere, il governo è caduto e anche il suo matrimonio iniziava a tremare. Philippa, sua moglie, era membro del partito e il secondo scandalo ruota attorno a lei, attorno alle sue borse, ai suoi orologi, e alla casa in cui la coppia viveva: tutto era stato comprato con i soldi del partito. Dopo lo scandalo, Philippa, che aveva già perdonato suo marito per Ibiza, aveva commentato: “E’ un uomo distrutto”. Strache sembra non essersi accorto che lo scandalo, il secondo, è stato accolto molto male dal partito, che ora di lui e di sua moglie non ne vuole sapere. L’Fpö non è disposta a candidare l’ex leader alle elezioni a Vienna, né vuole perdere tempo: vuole semmai rendere il partito più presentabile.