Il murale Spy Booth di Banksy (LaPresse)

I sicari delle Alpi

Daniele Raineri

Quindici operativi dei servizi militari russi facevano base a Chamonix per “lavorare” in Europa

Roma. Ieri il Monde, quotidiano francese, ha pubblicato una lista di quindici nomi di agenti dei servizi segreti militari della Russia che hanno operato in Europa tra il 2014 e il 2018. Come base per le loro attività usavano la regione alpina dell’Alta Savoia in Francia, che frequentavano con regolarità – forse per giustificare il tempo che passavano in Europa. Si tratta di agenti dell’Unità 29155, che è una sezione dell’intelligence militare della Russia che – secondo un articolo documentato pubblicato dal New York Times due mesi fa – si occupa di “destabilizzare l’Europa” con un misto di operazioni sporche che include le uccisioni, la violazione di computer che contengono informazioni importanti e la disinformazione. Mark Galeotti, un attento osservatore del mondo dello spionaggio russo, commenta che i vertici dell’intelligence russa molto probabilmente non hanno affidato a una sola unità un compito così vasto e poco specifico come la “destabilizzazione” di un continente. Galeotti sostiene che, sempre probabilmente, l’Unità 29155 si occupa in modo più specifico di uccisioni e di sabotaggi, anche perché i suoi uomini – quelli che sono stati identificati – hanno un background più militare che spionistico. Il succo resta lo stesso: alcuni operativi russi hanno scelto di gravitare per anni attorno a Chamonix in Francia, e lì si sono fermati spesso, hanno mangiato nei ristoranti e hanno fatto shopping.

  

Di questa squadra “alpina” fanno parte i due sicari che nel marzo del 2018 hanno tentato di avvelenare con un agente nervino una spia russa che aveva disertato dieci anni prima, Sergei Skripal, a Salisbury poco a sud di Londra. Skripal è sopravvissuto ma una donna inglese che aveva raccolto in un parco il finto contenitore di profumo usato dai russi per trasportare l’agente nervino è morta qualche mese dopo.

   

Proprio le indagini partite dal caso Skripal – quando il controspionaggio occidentale si è reso conto della facilità sfacciata con cui si muovevano gli agenti russi – ha portato alle Alpi francesi. Il giornale francese cita il lavoro delle intelligence del Regno Unito, della Francia, della Svizzera e dell’America, ma gli uomini sulla lista hanno operato con molta probabilità in tutta Europa. C’è il tentato avvelenamento di un trafficante d’armi in Bulgaria nel 2015 (il collegamento è stato fatto soltanto durante le indagini sul caso Skripal). Un tentato golpe in Montenegro nel 2016 – contro un governo che vuole stare con la Nato e non con la Russia. Il caso Skripal nel Regno Unito. E anche il caso dell’ex comandante ribelle in Cecenia, il georgiano Zelimkhan Khangoshvili, ucciso in un parco di Berlino ad agosto da un uomo in bicicletta con una parrucca.

 

Il gruppo investigativo Bellingcat (che non dev’essere sulla lista degli amici del Gru russo) sostiene che l’uomo si chiama Vadim Krasikov e che era stato arrestato nel 2014 per l’omicidio di un uomo d’affari a Mosca avvenuto l’anno prima con le stesse modalità: era arrivato in bicicletta, aveva sparato due colpi. Krasikov è indagato come omicida, ma l’anno seguente succede una cosa stupefacente: il mandato di cattura contro di lui è ritirato e anche se lui è l’unico sospettato di un caso di omicidio si sposta in aereo in Russia, in Crimea e nell’Asia centrale. Il suo file sparisce dal database dell’archivio giudiziario russo e al momento non c’è più nemmeno il file della sua patente, anche se in passato l’aveva e possedeva una macchina. Come gli investigatori tedeschi hanno detto allo Spiegel, c’è la quasi certezza che Krasikov sia diventato un sicario protetto dallo stato russo. E infatti due giorni fa la Germania ha espulso dall’ambasciata di Berlino due diplomatici russi che sospetta essere agenti del Gru sotto copertura non per rappresaglia – ne avrebbe espulsi molti di più – ma perché non c’è collaborazione da parte di Mosca sul caso.

  

Un’altra unità dei servizi segreti militari della Russia, la 26165, si è occupata di tentare di scoprire come andavano le indagini sull’agente tossico novichok usato contro Skripal. La polizia olandese ha arrestato quattro spie mentre tentavano, sedute in macchina dentro un parcheggio all’Aia, di entrare nel sistema informatico dell’edificio davanti a loro, che era la sede dell’Opcw, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, e ha sequestrato materiale prezioso per gli investigatori. Altre spie russe sorvegliavano il laboratorio di Spiez, in Svizzera, dove il novichok è stato analizzato. E sarebbe proprio questo il link alpino che ha portato fino a Chamonix.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)