Ursula von der Leyen (LaPresse)

Ecco il progetto verde della nuova Commissione Ue

Le slide della presidente Ursula von der Leyen e il numero magico di 100 miliardi per convincere le economie dell’est

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presenta oggi al Parlamento Ue il suo Green Deal europeo, uno dei grandi progetti della nuova Commissione che tra le misure prevede una legge che impegna il blocco a raggiungere emissioni nette zero entro il 2050 e a rafforzare gli obiettivi climatici per il 2030. Il piano, per essere approvato (se ne inizierà a parlare nel vertice di domani) dovrà passare per l'Europarlamento e il Consiglio.

 

Clicca sull'immagine per leggere il documento di presentazione della Commissione europea

   

In Parlamento la sfida è tra i Verdi, che finora sono stati molto critici con la Von der Leyen, e il Partito popolare europeo. 

   

La battaglia in Consiglio invece sarà con Polonia, Ungheria e Repubblica ceca, le tre nazioni che finora si sono rifiutate di aderire all’obiettivo emissioni zero entro il 2050.  A fare da sfondo all’annuncio della presidente della Commissione sarà soltanto un numero, di cui Bruxelles non riesce a smettere di parlare: 100 miliardi di euro. E’ questa la somma proposta per finanziare la transizione, ma che probabilmente verrà annunciata soltanto a gennaio. 

 

  

La somma, come nota il Financial Times, supera di tre volte quella di 35 miliardi previsti dal Just Transition Fund che i funzionari della Commissione avevano calcolato negli ultimi mesi. Il fondo è stato trasformato in un “meccanismo di transizione”. Spiega il quotidiano economico che il “meccanismo”, secondo i funzionari, arriverà sotto forma di nuovi fondi dal bilancio dell’Ue e da prestiti della Bei, la Banca europea per gli investimenti. I destinatari saranno quindi soprattutto le tre nazioni che hanno chiesto a Bruxelles una quantità di denaro significativa per aiutare la loro transizione e rendersi indipendenti da carbone, nucleare e combustibili fossili entro il 2050: Polonia, Ungheria e Repubblica ceca.