Roma. E’ iniziato ieri a New York il processo penale contro Harvey Weinstein, l’uomo che ha incarnato, nel mondo dello spettacolo, un sistema predatorio esautorato ma ancora da scardinare, per combattere il quale – il sistema e anche l’uomo – si sono ricompattati i nuovi femminismi: il nemico da distruggere per lasciare che finalmente vengano un tempo nuovo e un potere migliore. Senza Weinstein, non ci sarebbe stato il #metoo, il movimento più influente del decennio scorso, la prima vittoria di una militanza femminile globale, né ci sarebbe stata la ferma decisione di scindere il potere dal sesso, il cambiamento culturale più imponente e massimalista degli ultimi cinquant’anni. Con gli eccessi di ogni massimalismo, così evidenti già dalla copertura mediatica e fotografica ossessiva.
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