Roma. Oggi le auto dell’ambasciata libica a Roma sono andate a prendere il capo del governo di Tripoli, Fayez al Serraj, all’aeroporto. Serraj era atteso alle diciotto a Palazzo Chigi per un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, subito dopo un incontro fra Conte e il suo acerrimo nemico, il generale Khalifa Haftar. Ma le auto hanno aspettato invano: quando Serraj ha saputo che anche Haftar era a Roma, ha preferito far tirare dritto l’aereo che lo portava verso sud dalla giornata trascorsa a Bruxelles e tornare direttamente a Tripoli. Haftar ha fatto l’opposto, ha parlato per quasi due ore con Conte e invece non è andato a Bruxelles. I diplomatici europei da tempo tentano di farlo arrivare a parlare di persona nella sede della diplomazia dell’Unione europea e ancora una volta hanno fallito. I due leader libici, che rappresentano i due fronti della guerra civile, si sottraggono alla mediazione diretta e a qualsiasi tentativo di risolvere la crisi “con il dialogo”. Per fortuna ci pensano il presidente turco Erdogan e quello russo Putin, che oggi si sono visti a Istanbul per l’inaugurazione del gasdotto Turkish Stream e hanno anche parlato in privato di Libia. Non si sa di preciso cosa si siano detti, ma al termine del loro incontro il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha annunciato che Russia e Turchia invitano tutte le parti coinvolte nel conflitto in Libia a un cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte di domenica 12 gennaio.
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