Roma. “Non passa mese, o quasi, senza che un attacco abbia luogo sul nostro suolo al grido di ‘Allahu Akbar’. In cinque anni non è cambiato nulla. Al contrario! In nome della diversità, della non discriminazione e dei diritti umani, la Francia sta venendo a patti con molti dei colpi inferti alla sua cultura. Il famoso ‘spirito di Charlie’, che alcuni pensavano di aver visto esplodere dopo gli attacchi del 7 gennaio 2015, non sarà stato altro che un’illusione?”. L’editoriale del vicedirettore del Figaro, Yves Thréard, ricorda la strage al settimanale francese e la marcia con tre milioni di persone, la più grande nella storia francese, sotto lo slogan di “Je suis Charlie” e con in prima fila i leader mondiali. Una settimana di ricordo scandita ancora da quell’urlo, “Allahu Akbar”, nell’attacco con un morto prima a Villejuif e poi a Metz.
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