Una sensazione di leggera follia accompagna le notizie sul mancato inizio (per ora, o for now come scrive il Financial Times) della Terza guerra mondiale. Ne vedremo delle belle, e cercherò alla fine di affibbiare a questa banale predizione un banale perché. Intanto assistiamo a un curioso balletto. L’Arciduca Francesco Ferdinando è morto in un attentato. Non è arrivata una dichiarazione di guerra, e la dichiarazione di lutto nazionale iraniano ha portato a una carneficina di oltre cinquanta morti nel corso dei funerali. La rappresaglia è stata più che controllata, con il danneggiamento di una pista aerea e poco più in una base irachena che ospita soldati americani e della coalizione. Molti comizi, molti slogan, furbe distrazioni di immense folle, evocazione di un martirio, morte all’America, morte all’entità sionista, ma niente di più. Cose già viste. Logico, nella scala e nella natura dell’illogico, che Trump si affretti a dire “tutto bene” e che dalle due parti si moltiplichino affermazioni ridondanti di belligeranza accompagnate da sortite diplomatiche normalizzanti. In sostanza non è cambiato molto, a parte movimenti destabilizzanti in Iraq e un’attesa infida di nuove mosse di là da venire. Di sicuro c’è solo che un atto di deterrenza a forte caratura, duramente conflittuale, ha per ora, for now, avuto il suo effetto.
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