Nei paesi dell’est Europa i governi hanno iniziato a contare i propri cittadini e hanno scoperto che sono rimasti in pochi. Qualcuno se ne è andato tempo fa, quando anche gli stati orientali sono entrati nell’Ue. I giovani hanno scoperto il fascino del viaggio, la bellezza del movimento libero zigzagando tra un paese e l’altro e, muovendosi, hanno deciso di rimanere a ovest. Quelli che invece vivono a est di far figli non ne vogliono sapere. Nonostante l’economia sia in ripresa, nonostante i bonus, gli sgravi fiscali, nonostante tutto. Il governo polacco aveva cercato di incitare i cittadini a fare figli con uno spot che fece ridere, più che prendere sul serio la questione, lo slogan era “fate figli come conigli”. Anche Fidesz, il partito di Viktor Orbán, qualche settimana fa ha fatto uscire una pubblicità che anziché convincere le giovani coppie sembrava volta a terrorizzarle: una ragazza dall’aria sofferente, resa ancora più sofferente da una pancia smisurata, e con il culmine della sofferenza immortalata sul suo volto in sala parto. “Ne vale la pena”, concludeva una voce in chiusura. Più che i video dovevano essere i bonus generosi a convincere i cittadini: prestiti statali da non restituire con l’arrivo del terzo figlio, assegni familiari, tagli delle tasse. Ma nonostante tutto, il crollo demografico va più veloce a est che a ovest.
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