Foto del 23 dicembre 2019 pubblicata dall'Organizzazione per l'energia atomica dell'Iran - Tecnici lavorano nel circuito secondario del reattore ad acqua pesante di Arak (LaPresse)

60 giorni all'Iran sul nucleare

I paesi europei dicono a Teheran di rispettare l’accordo. Altrimenti sanzioni

Francia, Germania e Regno Unito hanno formalmente accusato la Repubblica islamica d’Iran di non rispettare l’accordo sul nucleare del 2015: è il primo passo verso la reintroduzione di sanzioni da parte delle Nazioni Unite. I tre paesi europei hanno deciso di attivare il meccanismo che concede all’Iran 60 giorni per tornare al rispetto delle regole presenti nell’accordo (il suo nome è Dispute Resolution Mechanism): se Teheran non dovesse accettare, ritornerebbero in vigore alcune sanzioni che erano state congelate nel 2015, compreso l’embargo alle armi.

 

Il regime degli ayatollah ha detto di non voler più rispettare i limiti all’arricchimento all’uranio previsti dall’accordo: in passato ha detto di averli già violati, mentre nei giorni successivi all’uccisione del generale Suleimani ha annunciato il ritiro dall’accordo, speculare a quello che fece nel 2018 l’Amministrazione Trump. Da allora i paesi europei hanno avviato colloqui e negoziati per tenere in piedi l’accordo nonostante la fuoriuscita dell’America: in particolare il presidente Macron è stato attivissimo, ha posto la questione dell’accordo al G7 a Biarritz lo scorso agosto e ha provato a organizzare una telefonata (mai avvenuta) tra Donald Trump e il presidente dell’Iran Hassan Rohani a margine dell’Assemblea generale dell’Onu.

 

L’obiettivo dei paesi europei è quello di tenere in vita l’accordo e ora di provare a far negoziare di nuovo l’America e l’Iran. Ma temono che ormai il momento del salvataggio sia terminato e che sia necessario impostare un nuovo approccio, o almeno così ha detto ieri il premier britannico Boris Johnson vagheggiando l’ipotesi di una sostituzione dell’accordo del 2015 di Obama con un “accordo Trump”. Teheran ha detto che ci vuole una “risposta forte” alla decisione dell’Europa, ma il ministero degli Esteri iraniano ha anche fatto sapere che c’è “buona volontà”: le sanzioni introdotte dall’America dopo il ritiro dall’accordo sono molto punitive.

Di più su questi argomenti: