Rachida Dati ci racconta come vuole trasformare Parigi e rifondare il gollismo
Economia, sicurezza, scioperi. L’ex ministra della Giustizia di Nicolas Sarkozy detta l'agenda per risollevare la capitale francese
Parigi. Rachida Dati ci crede: sarà lei a mettere fine al dominio della gauche a Parigi e per i Républicains (Lr) “sarà il primo atto della rifondazione”. E’ ottimista l’ex ministra della Giustizia di Nicolas Sarkozy, quando la incontriamo nel suo quartier generale di boulevard de Sébastopol, a pochi passi dall’Hôtel de Ville dove a marzo, in occasione delle elezioni municipali, spera di stabilirsi da regina di una nuova èra gollista. Per ora, regina, lo è del Settimo arrondissement, dove conduce la sua battaglia frontale contro Anne Hidalgo, la sindaca socialista che “non è all’altezza di una città ambiziosa come Parigi”, e ha reso la capitale francese “più sporca e insicura”. “Il tema della sicurezza sarà una delle mie priorità. Negli ultimi due anni la delinquenza è esplosa, come dimostrano le cifre, sia nei trasporti in superficie, sia nel metrò, così come in tutti i luoghi di attrattività turistica ed economica”, dice al Foglio la candidata di Lr al comune di Parigi, prima di aggiungere: “E’ necessario avere una polizia municipale armata, che si occupi della delinquenza e dei problemi di sicurezza quotidiani. Poi, c’è bisogno di una sicurezza privata per sorvegliare i siti sensibili, che oggi sono controllati dalla polizia nazionale e dall’esercito. Infine, va aumentato il numero di telecamere di videosorveglianza. Oggi rappresentano uno strumento indispensabile, perché permettono di risparmiare sugli effettivi e rendere più efficaci le inchieste giudiziarie”.
Assieme alla delinquenza, sotto l’amministrazione Hidalgo, è esploso anche il debito della città: a fine 2019 era di 5,9 miliardi, a fine 2020 supererà sicuramente i 6 miliardi. E pensare che nel 2001, quando fu eletto il socialista Bertrand Delanoë, il debito era di un miliardo. “Da sei anni le casse del comune continuano a piangere, a causa di sprechi e investimenti sbagliati, come Autolib’ (il progetto di car-sharing con Bolloré fallito rovinosamente nel 2018, ndr). Dal 2014, la pessima gestione dell’attuale sindaca ha portato a un incremento del debito del 55 per cento”. Rachida Dati non vuole che Parigi diventi una “capitale per single ricchi che girano in monopattino elettrico”: deve tornare a essere una città dove le famiglie di tutte le classi sociali si sentono a loro agio. “Non deve essere solo un museo Parigi”, dice al Foglio l’ex Guardasigilli di Sarkozy, che promette di ristabilire un’armonia tra gli arrondissement, soprattutto tra quelli del nord e dell’est, abbandonati dall’attuale amministrazione. “Ci sono arrondissement, come il Diciannovesimo e il Ventesimo, dove le persone non vogliono più abitare perché sono sporchi e insicuri. Il nord e l’est parigino non sono mai stati inquinati come oggi. E poi, abbiamo due polmoni verdi a Parigi, come il Bois de Boulogne e il Bois de Vincennes, che sono diventati luoghi per nascondere la miseria, tra prostituzione, migranti, clochard e traffici vari. Voglio restituirli ai parigini, mettendo un’antenna di polizia in ognuno di essi”.
Sugli scioperi contro la riforma delle pensioni che stanno paralizzando i trasporti, la Dati dice che “si potevano anticipare, riducendo i disagi. Si poteva per esempio fare un accordo con delle società di bus private, per garantire la mobilità all’interno di Parigi. Nel mio arrondissement ho messo a disposizione una navetta elettrica per muoversi all’interno del quartiere”. In merito alla riforma promossa dal presidente Macron, che conobbe ai tempi della commissione Attali nel 2007, dice di essere “favorevole al regime universale e alla soppressione dei regimi speciali”, ma di voler mantenere il sistema retributivo che “è la forza della Francia”. E quando le chiediamo del futuro di Lr, ricorda che è il “partito con il più alto numero di militanti ed eletti locali, a differenza della République en marche che non ha radicamento locale ed è in crisi in vista delle prossime elezioni amministrative”. Elezioni, secondo l’ex ministra, che daranno il via alla “riconquista gollista”, dopo il fallimento delle europee.