Occhio al lato trumpiano di Habeck, la star dei Verdi in Germania
Il politico tedesco che divide con Annalena Baerbock la presidenza del partito, in un’intervista ha definito il presidente americano “l’avversario che è all’origine di tutti i nostri mali”
Roma. Nella Davos tutta verde, nello spirito e nell’organizzazione, Donald Trump ci era arrivato martedì scorso con una dose di ottimismo da capogiro. Sapeva che gli occhi sarebbero stati tutti su di lui e sulla giovane attivista Greta Thunberg e, con i suoi modi che a Davos non sono dispiaciuti poi così tanto, ha detto che se si continua a dar retta ai “profeti di sventura” sarà difficile fare qualcosa contro il cambiamento climatico. Contro o pro Trump hanno parlato un po’ tutti e in Germania, uno dei paesi più sensibili alle questioni ambientali, il discorso del presidente americano ha generato tutta un’altra polemica. Robert Habeck, il politico tedesco che divide con Annalena Baerbock la presidenza del partito dei Verdi, in un’intervista all’emittente televisiva Zdf ha definito il presidente americano “l’avversario che è all’origine di tutti i nostri mali”. “Un disastro” e ha invitato gli organizzatori del Forum economico a intervenire, a fermarlo, perché Trump, ha detto Habeck, era l’unico a non capire di cosa si stesse parlando a Davos. La Germania è un paese fortemente antitrumpiano, ai tedeschi i modi del presidente americano non piacciono, nemmeno le sue idee, ma la reazione del leader dei Verdi ha avuto a sua volta una controreazione da parte della stampa e della politica, che ha scoperto nel leader travolgente dei Verdi il suo Trump. Il parlamentare della Cdu Norbert Röttgen ha detto che Habeck è riuscito in un’impresa incredibile, “fare brutta figura criticando Donald Trump”. Dire che il capo della Casa Bianca è l’avversario numero uno, ha sottolineato Röttgen, rivela “almeno una terrificante stupidità in fatto di politica estera. Trump è il presidente democraticamente eletto dal suo paese che è la colonna portante della nostra sicurezza”. Criticare Trump non è una novità per i politici tedeschi. Il presidente Frank-Walter Steinmeier, quando era ministro degli Esteri, lo aveva definito un “predicatore di odio”, il deputato dell’Spd Rolf Mützenich gli aveva dato del razzista. Ma Robert Habeck sembra andare oltre. E’ ormai la star della politica tedesca, il capo di una corsa che sembra inarrestabile e che ha portato i Grünen in pochissimo tempo ad avere delegati in 14 stati su 16, a far parte di coalizioni di governo in 11 Länder, con l’Spd, con Die Linke, con i liberali dell’Fdp e poi anche con la Cdu. Guardando i sondaggi i Verdi sono al 21,8 per cento e sembra quasi improbabile che il prossimo governo federale si possa fare senza di loro. Hanno ormai rubato la scena a sinistra ai socialdemocratici e inseguono il partito della cancelliera Angela Merkel. Quindi Habeck potrebbe essere il prossimo cancelliere tedesco e, per ora il politico più popolare di tutti che riempie gli stadi si sta facendo conoscere anche per alcune gaffe, che stridono con il senso merkeliano della misura. Lui è l’opposto. Irruento, diretto, egocentrico. Un po’ trumpiano, come ha scritto Thomas Sigmund sul quotidiano Handelsblatt. Habeck vive in campagna elettorale permanente, non fa altro che rivolgersi ai suoi elettori, non si preoccupa delle conseguenze delle sue azioni e sembra, scrive il giornalista, che abbia preso proprio Donald Trump come modello. Adesso gode della libertà che lo stare all’opposizione gli consente, non conosce le vie di mezzo che un cancelliere dovrebbe sempre usare, anche quando ha che fare con il più irritante dei presidente degli Stati Uniti di America. Il leader dei Verdi è spontaneo e ama esserlo. Tanta spontaneità lo ha anche portato a cancellarsi dai social in seguito ad alcuni scivoloni. Dopo le elezioni in Baviera del 2018, dove i Verdi sono diventati il secondo partito, aveva scritto: “Finalmente torna la democrazia in Baviera”. Non era la prima volta, anche in Turingia aveva fatto commenti simili che non erano piaciuti. Poi dandosi dello stupido aveva deciso di andarsene da Twitter e da Facebook. La Germania starà pur diventando verde ma inseguire il modello Trump non è detto che paghi.