Saluti, scatoloni, ricordi, il valzer delle candele: il divorzio degli inglesi è arrivato. Il “bong” che non ci sarà, i prossimi undici mesi (pieni di pesci) e l’ultimo, europeissimo atto di Londra
Il giorno degli scatoloni e dei saluti è arrivato, il Parlamento europeo ha concluso la pratica formale del primo divorzio della storia del progetto europeo: finora abbiamo celebrato nuovi ingressi, abbiamo aggiunto posti a tavola per questa famiglia allargata che chiamiamo Europa, e ora va tolto un coperto. Eravamo ventotto e siamo rimasti in ventisette. Dopo 1.317 giorni dal referendum sulla Brexit, il Regno Unito uscirà domani sera dall’Ue, a mezzanotte – mezzanotte per noi europei, l’orario tondo non vale per gli inglesi, che festeggeranno alle 23 con il loro spettacolo a colori (della Union Jack). Molti uffici inglesi al Parlamento europeo sono ormai vuoti, anzi alcuni non erano mai stati occupati per davvero: molti europarlamentari britannici sono arrivati dopo il voto del maggio dell’anno scorso, hanno avuto un mandato breve e sapevano che era temporaneo. Gli scatoloni riempiti a metà sono forse una delle immagini più tristi di questo ultimo atto: quanta poca vita insieme. Anzi, questa è un’argomentazione che ritorna spesso tra chi non ha speso né spenderà lacrime per il divorzio: in fondo questo matrimonio è durato poco più di quarant’anni. Poteva durare ancora, certo, ma il punto è che la relazione tra gli isolani e il continente è stata forte anche prima della convivenza stretta: potrà esserlo ancora. Lo scrittore britannico Louis de Bernières – il suo libro più famoso è “Il mandolino del capitano Corelli” della metà degli anni Novanta: raccontava la storia d’amore tra Antonio Corelli e Pelagia, la figlia di un medico di Cefalonia mentre le truppe tedesche massacravano quelle italiane – ha scritto un (criticatissimo) articolo sul Financial Times dello scorso fine settimana in cui ribadisce proprio questo aspetto: “Nessuna famiglia è costituita e determinata da accordi scritti”, la famiglia è la storia insieme, è abitare nello stesso villaggio, che non è certo delimitato dai confini del mercato unico. Ora funzionerà come nelle favole: se mi ami resta, se no vai (e non guarderò che cosa fai quando non sei con me).
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