La Commissione europea, ieri, ha sospeso i viaggi di tutti i suoi funzionari diretti e provenienti dalla Cina. Lo stesso ha fatto British Airways, compagnia di bandiera britannica, che sempre ieri ha deciso di sospendere tutti i voli diretti e provenienti dalla Cina. La United Airlines, qualche ora prima, aveva fatto lo stesso con i suoi collegamenti con Pechino, Shanghai e Hong Kong. Anche l’indonesiana Lion Air, la più importante compagnia aerea del sud-est asiatico, ha appena deciso di interrompere tutti i voli con la Cina a partire dal 1° febbraio. Una della case automobilistiche più importanti del mondo, la Toyota, qualche giorno fa ha seguito una strada simile e ha interrotto la sua produzione in Cina fino al prossimo 9 febbraio. La catena di caffè americana Starbucks, sempre ieri, ha annunciato la chiusura temporanea di metà dei propri punti vendita in Cina (in tutto sono 4.292 negozi) e pochi giorni prima anche McDonald’s aveva preso la stessa decisione. Il 28 gennaio anche Apple ha fatto sapere di aver chiuso uno dei negozi in Cina e di aver ridotto l’orario degli altri store e lo stesso hanno fatto lo Shanghai Disney Resort e l’InterContinental Hotels Group che hanno annunciato pochi giorni fa di aver temporaneamente chiuso i battenti.
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