Londra. Molti sperano che l’addio all’Unione europea possa riportare un po’ di serenità nella politica britannica. L’auspicio è che brexiteer e remainer, le due tribù che si sono combattute negli ultimi tre anni, possano finalmente mettere da parte i rancori e riconciliarsi. La Brexit ha dominato il dibattito pubblico e privato dal 2016: un tema politico si è trasformato in una questione personale. Alcune famiglie si sono divise tra brexiteer e remainer e rapporti di amicizia decennali si sono sfaldati durante il lungo percorso di uscita. I britannici sono così esasperati dalla Brexit che gli hanno dato un nome in codice – “the B. word” – e la stampa euroscettica ha ribattezzato i remainer in “remoaner” (i lamentosi). Boris Johnson si augura di farla finita con queste categorie e di riportare un po’ di normalità. Il messaggio del premier è che la Brexit è avvenuta e ha perso ogni significato politico – è solamente una faccenda burocratica da sbrigare in fretta. Dopo il 31 gennaio verrà abolito il ministero della Brexit e gli importanti negoziati con l’Unione europea saranno delegati a David Frost, ex diplomatico e consigliere del premier.
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