AKK non sarà l'erede di Merkel
In Turingia la Cdu si è alleata con l’estrema destra dell'Afd. Annegret Kramp-Karrenbauer si prende la responsabilità dello scandalo: non si candida alla cancelleria per le elezioni del 2021 e lascia la presidenza del partito
Dopo il caos in Turingia, Annegret Kramp-Karrenbauer, ministro della Difesa e delfina di Angela Merkel, rinuncia alla sua leadership della Cdu.
Il partito al governo è stato criticato perché in Turingia si è di fatto alleato con l’Afd, di estrema destra, per la nomina del governatore. In Turingia con tutta probabilità si rivoterà, ma la Akk, così è soprannominata la Kramp-Karrenbauer, ha deciso di prendersi la responsabilità dello scandalo.
Ora si riapre la gara per la successione alla Merkel: scalpita Friedrich Merz, che già si era visto superare dalla Akk, e scalpitano i bavaresi, in particolare Söder, perché pensano che questa volta la leadership dell’Unione Cdu-Csu spetti a loro
Kramp-Karrenbauer è attualmente ministra federale della Difesa ed era considerata la favorita della cancelliera e anche quella che raccoglie maggiori consensi tra i delegati (non riceve applausi, ma è più affidabile). Soprannominata Akk è considerata una “mini Merkel”. Come è facile intuire, la Akk detesta quel “mini” e cerca in ogni modo di strapparselo di dosso, ponendosi non come un’emanazione della Merkel ma come una rivale credibile di un tipo come Merz: la sua massima forza è la Merkel, ma a nessuno piace essere una versione mini di qualcun altro, foss’anche una tosta come la cancelliera. “Ci sono somiglianze con la Merkel – dice la Akk – così come ci sono delle divergenze, e io mostro tutto nel modo più autentico e genuino possibile, senza creare separazioni artificiali perché questo ha molto a che fare con quello che sono e con il mio approccio alle cose”.
Un ritratto di Akk, qui:
A inizio dicembre 2018, i 1.001 delegati del Partito cristianodemocratico avevano eletto Akk alla guida della Cdu. Con la sua vittoria contro l’avvocato Friederich Merz, ribattezzato “anti Merkel” per la sua distanza politica e personale da chi lo aveva emarginato dalla leadership della Cdu nel lontano 2002, il partito sceglie la continuità.
La sfida di Akk: riavviare la macchina del partito
Una successione ordinata
Akk doveva traghettare il suo partito, la Germania, le sue alleanze e l’Europa nella stagione post Merkel. Come si è mossa in Ue?