Juan Branco (immagine via YouTube)

Chi è Juan Branco, la mente dello scandalo di Francia

Mauro Zanon

Si dice che sia il legale di Assange, idolo dei gilet gialli, a tessere le trame dietro ai video hot del macroniano Griveaux

Parigi. Si dice che sia lui il vero cervello dell’affaire Griveaux, dei video hot dell’ex candidato della République en marche (Lrem) a Parigi sbattuti su internet la scorsa settimana. Si dice che sia lui, Juan Branco, agit-prop dei gilet gialli, pamphlettista anti Macron e avvocato francese di Assange, la mente diabolica che ha costretto il partito macronista a cambiare cavallo in piena corsa – Agnès Buzyn, che fino a domenica era ministro della Salute, e ora cerca miracolosamente di ricucire con il dissidente Cédric Villani, il matematico, per dare qualche speranza a Lrem – e a imbastire una nuova campagna a meno di un mese dal primo turno delle elezioni amministrative. Più ancora di Piotr Pavlenski, l’artista iconoclasta russo, e della sua compagna, la 29enne Alexandra De Taddeo (la destinataria dei filmati di Benjamin Griveaux), è questo trentenne con i capelli arruffati, ottime entrature in Russia e una candidatura sotto i colori della France insoumise di Jean-Luc Mélenchon alle legislative del 2017, a preoccupare l’Eliseo e tutta la macronia. Aurélie Filippetti, ex ministra della Cultura, lo ricorda come un giovane “manipolatore e megalomane” quando era suo stagista, ma anche rusé, furbo, machiavellico.

   

  

“Piotr Pavlenski? Un uomo coraggioso che ha mostrato ai francesi la fragilità di un potere che sembrava impossibile scuotere”, ha dichiarato Branco ai media, manifestando la sua indignazione nei confronti della procura, che vorrebbe impedirgli di essere l’avvocato dei suoi due complici, Pavlenski e la sua compagna, fino a ieri pomeriggio in stato di fermo nel quadro dell’inchiesta per “violazione della vita privata”. In un’intervista rilasciata sabato sera a uno dei siti di riferimento dei gilet gialli, Vécu, Branco si è espresso in questi termini sul dossier Griveaux: “Ciò che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto senza odio. Abbiamo solamente mostrato un disaccordo tra gli atti e le parole. L’abbiamo fatto in maniera selvaggia. Pavlenski ci è andato giù pesante, perché era il solo modo per far uscire questo genere di informazioni”.

   

Tra il 2013 e il 2014, Branco è stato alla Yale Law School, negli Stati Uniti, come ricercatore invitato, e tra l’agosto del 2015 e il gennaio del 2016 lo è stato anche alla Sapienza di Roma. Ma in quel periodo è diventato soprattutto il consigliere giuridico in Francia di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks. A 26 anni, è il suo rappresentante legale e partecipa in prima fila alle negoziazioni diplomatiche per ottenere il suo asilo a Parigi, prima del no dell’Eliseo. Pochi giorni fa, per le Éditions du Cérf, ha pubblicato un libro in lode del capo di WikiLeaks: “Julian Assange, l’anti-souverain”, nel quale si chiede come sia possibile “dare la caccia a un araldo della libertà”, ripercorrendo la storia di colui che considera come il suo “miglior cliente”. Lo scorso anno, Branco, è stato anche l’avvocato di Maxime Nicolle, uno dei leader oltranzisti dei gilet gialli. Del movimento di protesta contro Macron, è diventato un idolo da quando ha scritto “Crépuscule”, requisitoria politica, a tinte complottistiche, contro l’attuale presidente della Repubblica. Il libro, lo scorso anno, ha venduto più di 100 mila copie, assestandosi al sedicesimo posto per numero di vendite in Francia. Nell’ottobre 2018, Branco provocò una grande polemica dopo aver rivelato su Twitter l’omosessualità dell’attuale segretario di stato all’Istruzione Gabriel Attal, suo ex compagno all'École alsacienne. Secondo le informazioni del Point, sarebbe stato lui, per primo, a contattare alcune persone per diffondere i video privati di Griveaux. A Parigi, sono convinti che abbia in mano altro materiale, ipotesi confermata, peraltro, dallo stesso Pavlenski. “Siamo solo all’inizio”, ha affermato l’artista russo. Ma come Assange che, pur avendo informazioni compromettenti sia dei democratici sia dei repubblicani americani, rese pubbliche soltanto le prime, è probabile che Branco e le sue amicizie filorusse continuino a pestare soltanto in una direzione.

Di più su questi argomenti: