Milano. Il ventottesimo distretto del Texas è grande poco più della Lombardia, ha la forma strana tipica delle circoscrizioni ridisegnate a tavolino per avvantaggiare questo o quel partito (la mappa elettorale texana finì davanti alla Corte Suprema nel 2011 prima di diventare effettiva), comprende San Antonio e s’allunga nella valle del Rio Grande fino al confine con il Messico. E’ terra di confine, a stragrande maggioranza latina, ed è un bastione dei democratici, pure nell’attuale Texas repubblicano (chissà come sarà domani): ci sono democratici dall’inizio degli anni Novanta, il deputato che rappresenta oggi il distretto, Henry Cuellar, è in carica dal 2005, ed è stato sempre rieletto con maggioranze bulgare, nessuno sfidante interno, teniamoci stretto – hanno sempre detto i democratici – questo angolo dell’ambitissimo Texas. Poi sono arrivate le primarie del 2020, quelle della sfida a Donald Trump certo, ma anche e soprattutto della sfida tra le due anime del Partito democratico americano, moderati vs radicali, e la corsa nel ventottesimo distretto non è più stata scontata.
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