Roma. Il presidente americano Donald Trump risponde in modo confusionario alla crisi coronavirus, aggrava il problema invece che contribuire alla soluzione e fa tutto questo con uno stile da satrapo sulla difensiva – come se qualcuno lo avesse accusato di essere il responsabile. Ieri mattina ha detto con molto ottimismo: “We have closed it, we have stopped it”, abbiamo chiuso la questione, e si riferiva specificamente all’epidemia di Covid-19. Ma è evidente che l’America è appena alle fasi iniziali del contagio e che i numeri, come succede da noi, sono destinati a crescere. Mercoledì 26 in conferenza stampa davanti ai giornalisti Nancy Messonnier, direttrice del Centro nazionale per le malattie respiratorie, ha detto che l’epidemia è inevitabile. Subito dopo Trump, dal palco accanto a lei, ha detto che “i casi sono quindici e presto li vedremo scendere a zero” (è furioso con lei, hanno poi scritto i giornali). In una settimana il numero dei contagiati americani ha superato quota duecento e ci sono quindici decessi – ed è impossibile conciliare questi dati con le dichiarazioni del presidente. Poche ore dopo avere detto “We have stopped it”, Trump ha cancellato la visita al Centro per la prevenzione delle malattie perché c’era il rischio che uno dei dipendenti fosse infetto.
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