Gli scienziati di BoJo
Grandi polemiche sull’approccio inglese al virus. I due medici che accompagnano il premier e le domande senza risposte
Londra. Gli esperti medici del governo inglese, Chris Whitty e Patrick Vallance, sono la dimostrazione di quanto sia difficile restare neutrali al tempo del coronavirus. Inizialmente i due scienziati erano stati accolti come i salvatori della patria, ricevendo un sostegno trasversale. Whitty e Vallance, rispettivamente consigliere medico e scientifico di Boris Johnson, sono diventati i frontman della crisi sanitaria in Gran Bretagna. Il loro protagonismo mediatico gli ha dato notorietà tra il grande pubblico, che si è fidato delle loro competenze.
Vallance è tra i massimi esperti di vaccini. Dopo una lunga carriera accademica, ha lavorato per l’azienda farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK), per cui ha sviluppato decine di farmaci, alcuni contro il cancro e l’HIV. Whitty invece è cresciuto in Nigeria, si è laureato a Oxford e ha collezionato quattro master prima di diventare consigliere medico del premier lo scorso ottobre. Ha già affrontato varie emergenze sanitarie per conto del governo, tra cui ebola e l’attacco chimico a Salisbury nel 2018. Questa grande esperienza ha consentito a entrambi di mantenere un atteggiamento calmo e rassicurante che rispecchia l’indifferenza con cui l’inglese medio sta affrontando l’emergenza del coronavirus. Le risposte precise e dettagliate dei due medici davanti ai giornalisti hanno messo in secondo piano la presenza ingombrante di Boris Johnson.
Sir Patrick Vallance, the govt chief scientific adviser, says the thinking behind current approach to #coronavirus is to try and "reduce the peak" and to build up a "degree of herd immunity so that more people are immune to the disease". #R4Today
— BBC Radio 4 Today (@BBCr4today) March 13, 2020
More: https://t.co/1FmqX3WPh7 pic.twitter.com/pMHknCAobr
Ognuno ha visto nei due scienziati qualcosa di diverso. Il Guardian ha scritto che Whitty e Vallance rappresentano “il ritorno dell’esperto nel dibattito pubblico quattro anni dopo la famosa frase di Michael Gove: 'La gente in questo paese ne ha avuto abbastanza degli esperti (durante la campagna elettorale nel referendum sulla Brexit, ndr)”’. Il Telegraph, il giornale più filo governativo, ha paragonato i due esperti all’oscuro funzionario del ministero della Difesa che leggeva il bollettino di guerra ai tempi delle Falkland, attribuendogli un ruolo divino. “Quando sembra che stiamo per entrare nel panico da coronavirus - scrive il Telegraph - due dottori spuntano dal nulla, e magicamente entrano in sintonia con il nostro temperamento nazionale calmo”.
“It’s not possible to stop everybody getting it and it’s also not desirable because you want some immunity in the population”
— BBC News (UK) (@BBCNews) March 12, 2020
Sir Patrick Vallance, the UK's chief scientific adviser, says main aim is to protect vulnerable and elderly from coronavirushttps://t.co/uwJOIBtUWY pic.twitter.com/jQNw2g1HYN
Tuttavia, il protagonismo mediatico dei medici potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Whitty e Vallance si sono intestati la strategia del governo per combattere il coronavirus, che si sta rivelando sempre più controversa. E’ stato Vallance a spiegare che la Gran Bretagna deve acquisire l’immunità di gregge; ovvero che almeno il 60 per cento degli inglesi devono contrarre il virus per evitare che torni a essere contagioso in futuro. Finora hanno sostenuto una linea cauta per combattere l’epidemia, consigliando ai propri cittadini di lavarsi bene le mani e di autoisolarsi se non si sentono bene. Sono stati i due consiglieri di Johnson a spiegare che le misure restrittive adottate in altri paesi europei non avrebbero risolto il problema in Gran Bretagna. Giustificando la mancata chiusura degli stadi, Whitty ha argomentato che guardare le partite all’aperto è meno pericoloso che affollarsi nei pub. Tuttavia, stamattina il governo ha fatto marcia indietro e annunciato le prime misure restrittive come l’annullamento di concerti ed eventi sportivi.
Chart from my live on #Newsnight just now. Right or wrong, there’s no doubt the UK is increasingly an outlier in our Covid response. pic.twitter.com/ZczXx8M48c
— Lewis Goodall (@lewis_goodall) March 12, 2020
La strategia del governo si sta mostrando sempre più impopolare. Venerdì sera è andata in onda una trasmissione in prima serata su Channel 4 intitolata “Coronavirus: stiamo facendo abbastanza?”, e stamattina l’Organizzazione mondiale della Sanità ha espresso alcuni dubbi sulla teoria dell’immunità di gregge applicata al coronavirus. La linea prudente di Johnson é stata criticata da un fronte trasversale, di cui fanno parte alcuni politici e giornali filo conservatori, come il Times. Paradossalmente il Labour è rimasto in silenzio pur avendo una grande opportunità per criticare il governo. L’ex ministro della Salute conservatore, Jeremy Hunt, ha detto alludendo a Whitty e Vallance “che il governo fa bene a seguire i consigli degli esperti ma anche i modelli scientifici devono essere motivati dal giudizio e assunzioni sensate”. Rory Stewart, ex conservatore e oggi candidato indipendente come sindaco di Londra, ha usato parole anche più dure. “La Gran Bretagna sta seguendo la teoria dell’immunità di gregge. Crede sia impossibile combattere l’epidemia, e quindi bisogna farla diffondere tra la popolazione. Questa non è una scelta scientifica, è una scelta politica”. Whitty e Vallance hanno imparato che, al tempo del coronavirus, il confine tra le due categorie è molto sottile.