La Baronessa Ramsey ci dice perché i corbyniani vanno estromessi
Per Starmer non sarà facile liberarsi delle ultime tracce di corbynismo nel Labour. La macchina del partito continua a essere dominata dagli uomini vicini all’ex leader
Londra. La Gran Bretagna alle prese con il coronavirus sta trascurando il cambio ai vertici del Labour. Il nuovo leader Keir Starmer ha annunciato un governo ombra che mette insieme diverse correnti del partito, e pone fine all’era del suo predecessore Jeremy Corbyn. Molti pretoriani dell’ex leader sono stati sostituiti da esponenti più moderati, come la cancelliera ombra Anneliese Dodds, l’ex segretario di partito Ed Miliband e l’economista Rachel Reeves, a cui è stato affidato un ruolo strategico come responsabile dei negoziati sulla Brexit. “Sono tornati i nostri”, commenta al Foglio Meta Ramsay, membro della Camera dei Lord per il Labour dal 1996 e anti corbyniana di ferro. Ramsay ha vissuto l’elezione di Starmer con “grande sollievo e rinnovato ottimismo”, e spera che il nuovo leader possa presto archiviare gli ultimi cinque anni di Corbyn. Nel suo primo discorso dopo l’elezione, Starmer si è scusato per i casi di antisemitismo nel Labour e ieri ha tenuto una videoconferenza con alcuni rappresentati della comunità ebraica inglese. Questa è stata la prima presa di distanza di Starmer dalla gestione precedente, che era stata fin troppo tollerante con gli episodi di antisemitismo nel partito. “Da tempo la comunità ebraica aspettava invano una condanna da parte di Jeremy Corbyn”, spiega Ramsay, che presiede l’associazione Labour friends of Israel e il Jewish labour movement alla Camera dei Lord. “Presto inviterò i membri dell’associazione che sono usciti o hanno sospeso la loro iscrizione a riunirsi”, aggiunge Ramsay.
Eppure per Starmer non sarà facile liberarsi delle ultime tracce di corbynismo nel Labour. La macchina del partito continua a essere dominata dagli uomini vicini all’ex leader, come la potente segretaria generale Jennie Formby. Anche la numero due di Starmer, Angela Rayner, proviene dalla corrente radicale del partito. La Baronessa Ramsay consiglia al nuovo leader di liquidare in fretta ciò che resta del corbynismo, anche a costo di agire senza scrupoli. “La classe dirigente vicina all’ex leader deve essere allontanata subito. Starmer non può continuare a convivere con le persone che hanno gravemente danneggiato il nostro partito, e dovrà tagliare il filo che lo lega al corbynismo. Per usare una metafora, il nuovo leader dovrà sporcarsi le mani di sangue. Questo compito richiede grande cautela, dato che l’opinione pubblica è preoccupata dal coronavirus. Starmer non deve dare l’impressione di regolare i conti interni al partito in una fase così cruciale per il paese”. La prima vittima del nuovo corso è stato Seamus Milne, il fedele portavoce di Corbyn sostituito da un uomo vicino al nuovo leader.
Starmer è una persona prudente che intende riconciliare un partito reduce da cinque anni di guerre intestine. Durante le primarie non ha mai preso le distanze dal corbynismo, per timore di apparire troppo divisivo. “E’ stata una scelta fatta per non spaventare i membri più radicali – spiega Ramsay – Starmer ha riciclato alcune proposte del suo predecessore per entrare in sintonia con il suo elettorato. Il nuovo leader è stato votato da tutte le categorie sociali e demografiche, una cosa davvero impressionante”. Starmer ha fatto parte del governo ombra di Corbyn, e condivide alcune delle sue idee in materia economica. Tuttavia, per Ramsay non c’è rischio che ci sia una continuità tra le due leadership, ciò che alcuni osservatori hanno chiamato un ‘corbynismo senza Corbyn’. “Starmer è un socialdemocratico che, come molti nel Labour, crede in un maggior intervento dello stato. Questo lo porterà a seguire alcune misure adottate dalla gestione precedente. Però il problema di Corbyn non erano le idee, ma i metodi autoritari con cui venivano messe in atto. Corbyn ha legittimato delle pratiche malsane, simili a quelle usate dai bolscevichi e dai trozkisti nel secolo scorso. Non credo ci sia alcuna possibilità che Starmer adotti gli stessi metodi. A differenza di Corbyn, Starmer è una persona competente con degli istinti democratici”.
Ripensando agli ultimi leader laburisti, Ramsay conclude che Starmer le ricorda Tony Blair e il suo predecessore John Smith. “Entrambi erano ex avvocati di orientamento riformista. Naturalmente Starmer non si è mai paragonato a Blair, che viene visto come il diavolo da molti giovani radicali”. Semmai Starmer ha detto di ispirarsi all’ex primo ministro Harold Wilson; uno dei tre leader laburisti ad avere vinto almeno un’elezione. “E’ stata una risposta molto diplomatica. Wilson era un politico furbo e colto, ma è scomparso da molti anni. E i morti vengono sempre visti come dei santi”.