Bruxelles. I leader dell’Unione europea oggi troveranno un accordo di principio sulla necessità di lanciare un Fondo per la ripresa dopo la grande depressione del coronavirus, dando mandato alla Commissione di Ursula von der Leyen di presentare proposte concrete su come costruirlo, come finanziarlo e come spendere i soldi. Dopo settimane di bagarre, l’Italia ha abbandonato la linea rossa degli Eurobond, mentre i paesi del nord si stanno lentamente muovendo verso l’idea di emissioni comuni. Rimangono distanze profonde su questioni chiave, come il livello di mutualizzazione del debito e la possibilità per la Commissione di concedere stanziamenti a fondo perduto invece che prestiti agli stati membri. Ma “ci sono movimenti”, spiega al Foglio Luis Garicano, economista spagnolo ed europarlamentare di Renew, che è all’origine di una delle proposte più innovative e controverse che saranno sul tavolo dei leader in teleconferenza: un Recovery fund da 1-1,5 trilioni di euro, finanziato con titoli perpetui, i cui interessi dovrebbero essere pagati attraverso tasse Ue. Il “non-paper” presentato dalla Spagna, ispirato da Garicano e commentato positivamente sui giornali, viene già definito “inaccettabile” da Germania e Olanda.
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