Roma. Lo Spargelzeit, la stagione degli asparagi così amata dai tedeschi, si è trasformata in una lezione di economia dolorosa per i paesi dell’Unione europea. Tra metà aprile e il 24 giugno, festa di san Giovanni Battista, è il momento di raccogliere gli asparagi – che sono molto apprezzati ma anche molto deperibili. In tempi normali funzionava così: decine di migliaia di lavoratori partivano dai paesi della metà orientale dell’Europa, quella povera, e andavano nella metà ricca a lavorare nei campi per la stagione. Guadagnavano poco più di nove euro all’ora e poi tornavano in Polonia, Bulgaria, Romania e Ungheria – alcuni con un margine di profitto così buono da potersi permettere di non lavorare per il resto dell’anno. Era un lavoro che i tedeschi non si sarebbero mai sognati di fare, perché preferiscono occupazioni meno faticose e meglio remunerate. Quest’anno il meccanismo del lavoro stagionale si è inceppato a causa della pandemia, che ha costretto gli stati a chiudere i confini. E’ una cosa che non vale soltanto per la Germania, ma anche per Regno Unito, Francia, Spagna e Italia.
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