I morti veri o presunti, i laboratori segreti, l’origine della pandemia. Ci sono risposte che forse non avremo mai. Il resto è propaganda
Dovremmo forse cominciare ad ammettere che certe cose su questa pandemia non le sapremo mai. Conoscere la verità è un obiettivo, e la ricerca della verità è di certo più confortevole del dubbio e del sospetto. Ma abbandonare l’idea di avere alcune informazioni concrete, almeno nel breve periodo, è il primo passo per iniziare a occuparsi e preoccuparsi del resto. L’origine del nuovo coronavirus è uno di quei misteri che sin dall’inizio della pandemia ha fatto discutere politici, analisti e opinione pubblica. Ma è qualcosa – lo avremo capito ormai – che riguarda la ricerca scientifica, e non la teoria politica. L’invenzione del segretissimo laboratorio militare dove la Cina sperimenta armi di distruzione di massa accarezza l’idea romanzata della pandemia come flagello globale, ma ha anche un’altra funzione: darci un motivo, e un colpevole. Il problema è che non c’è solo il desiderio umano di verità, c’è anche la politica e l’uso che si può fare di certe teorie: scaricare su qualcun altro le responsabilità e guadagnare terreno nell’opinione pubblica.
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