L'Italia prende il comando della missione Ue Irini al largo della Libia
Confermate le anticipazioni del Foglio: la San Giorgio sarà la nave ammiraglia, affiancata da una fregata francese e da un'altra greca. Ma Tripoli continua a essere preoccupata
La missione aeronavale europea Irini che sulla carta dovrà garantire il rispetto dell’embargo Onu sulle armi in Libia è pronta: a distanza di oltre un mese dall’annuncio dell’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, i paesi membri hanno trovato finalmente l’accordo sulla composizione della flotta e sulla catena di comando. Come anticipato dal Foglio la settimana scorsa, l’Italia si è aggiudicata quasi tutta la catena di comando della missione, sia quella operativa sia quella delle forze in mare (quest’ultima sarà alternata tra Italia e Grecia per un periodo di sei mesi ciascuno). Al contrammiraglio Fabio Agostini – già comandante dell’ultimo periodo di Sophia, la missione gemella di Irini – si affiancano il vice comandante operativo, il francese Jean-Michel Martinet, e il comandate della forza che, secondo fonti sentite dal Foglio, inizialmente sarà un italiano. Così come sarà italiana l’ammiraglia della missione, che dovrebbe essere la nave anfibia San Giorgio, appena uscita da una sosta di manutenzione a Taranto e protagonista di uno dei (pochi) casi di contagio da Covid-19 a bordo. Le altre due unità navali saranno la fregata francese Jean Bart e un’altra schierata dalla Grecia, che ha spinto molto per avere un ruolo di primo piano nella missione Irini (qui avevamo spiegato il motivo).
È previsto anche un team maltese per l’abbordaggio di unità mercantili e tre aerei da pattugliamento, schierati da Polonia, Lussemburgo e Germania. Ai mezzi navali e aerei alcuni paesi membri si sono impegnati a schierare in maniera non continuativa anche sommergibili e droni. In totale, sono 22 i paesi europei che contribuiranno alla missione con il proprio personale. I mezzi a disposizione rispecchiano da vicino quelli già schierati con Sophia, prima che questa fosse derubricata a mera missione di sorveglianza aerea del Mediterraneo.
La missione si avvarrà del Centro satellitare dell'Ue (SatCen) per le immagini aeree. Proprio il monitoraggio dello spazio aereo resta uno dei temi più delicati della missione. Ieri, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il presidente del governo di unità nazionale libico (Gna), Fayez al Serraj, hanno avuto una conversazione telefonica. Serraj nelle settimane scorse ha criticato la missione dell’Ue. La preoccupazione di Tripoli è che questa finisca per trasformarsi in un boomerang, colpenfo solamente i suoi alleati turchi che inviano armi al Gna via mare. Secondo Serraj, Irini si curerà poco, invece, dei traffici che avvengono via terra e via aerea e di cui beneficia il rivale di Serraj, il generale Khalifa Haftar. L'uomo forte della Cirenaica, che da un anno ha lanciato un'offensiva contro Tripoli (finora fallimentare), è sostenuto dai rifornimenti di armi che arrivano con ponti aerei dagli Emirati arabi uniti fino a Benghazi.