Immobilisti vs aperturisti. I sindacati francesi si scontrano sulla Fase 2 a colpi di (pessimi) meme
La Cfdt di Laurent Berger è favorevole alla riapertura delle attività il prima possibile. La Cgt di Philippe Martinez cerca invece di bloccare qualsiasi ripartenza. E per attaccare gli avversari usa fotomontaggi omofobi e sessisti
Parigi. La guerra ideologica tra i due principali sindacati di Francia, la Cgt di Philippe Martinez e la Cfdt di Laurent Berger, è sempre più spietata. E il nuovo terreno di scontro che sta opponendo gli oltranzisti di Martinez ai riformisti di Berger è la ripartenza economica del paese, ora che la Francia ha iniziato il suo deconfinamento progressivo. Il leader della Cfdt, l’unico sindacalista durante il dibattito sulla riforma delle pensioni a remare contro il “blocco totale” del paese, è favorevole a una riapertura di tutte le attività il prima possibile, nel pieno rispetto delle norme sanitarie.
Martinez, fedele alla sua linea immobilista, moltiplica invece le iniziative per bloccare qualsiasi ripartenza, iniziative puramente ideologiche e in ottica anti Macron. L’ultimo caso è quello della fabbrica Renault di Sandouville, in Normandia. Nonostante il contesto già sufficientemente drammatico per l’industria automobilistica francese, e un protocollo sanitario che era stato firmato dalla maggioranza dei sindacati, tra cui la Cfdt, la Cgt ha presentato ricorso presso il tribunale di Le Havre e ottenuto giovedì scorso la chiusura dello stabilimento. “Ci sono dei responsabili sindacali che oggi scherzano col fuoco, non incitando abbastanza i lavoratori al dialogo sociale e al rispetto delle decisioni che sono state prese collettivamente”, ha deplorato il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, aggiungendo che la chiusura di Sandouville “è un pessima decisione”.
La scelta cgtista di rivolgersi al tribunale di Le Havre per imporre la chiusura immediata della fabbrica ha fatto arrabbiare anche Berger, che sabato ha giudicato “irresponsabile” il comportamento di Martinez e dei suoi compagni. “700 lavoratori interinali verranno mandati a casa. La chiusura non aiuta i lavoratori”, ha reagito il capo della Cfdt. Il commento di Berger ha suscitato reazioni scomposte in seno alla Cgt, e non solo verbali.
Su Twitter, la Cgt Info’Com, la sezione dei lavoratori nel campo dell’informazione e della comunicazione, ha infatti pubblicato due fotomontaggi di pessimo gusto, che hanno suscitato un’ondata di accuse di “omofobia” e di “sessismo”. Nel primo (foto sotto), una locandina cinematografica mette in scena Laurent Berger con un collare sadomaso e il presidente del Medef (la Confindustria francese), Geoffroy Roux de Bézieux, vestito di pelle nera accanto a questo commento: “Sado e Maso, una produzione Medfdt”.
Nel secondo (foto sotto), un’altra versione della locandina mostra Berger e la ministra del Lavoro, Muriel Pénicaud, entrambi in tenuta da sadomaso e la didascalia che recita: “Sado e Maso, una produzione Lrem-dt”.
“È un fatto grave che oggi nel nostro paese un sindacato possa fare dei fotomontaggi apertamente omofobi, sessisti e che denigrano il dialogo sociale”, ha dichiarato la Pénicaud. La Cfdt, in un comunicato pubblicato sul suo sito ufficiale, ha denunciato la “campagna immonda” della Cgt di Martinez, aggiungendo che le “divergenze sindacali non giustificano alcun atto calunnioso nei confronti delle persone, nessun attacco degradante e nessun messaggio a carattere omofobo”. La differenza tra la Cgt e la Cfdt, oltre che ideologica, è anche di stile.
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