Bruxelles. Il Recovery fund da 500 miliardi proposto da Germania e Francia rappresenta un investimento senza precedenti da parte di Angela Merkel per salvare il mercato interno dell’Unione europea e la zona euro. Per la prima volta, e contrariamente a quanto accaduto durante la crisi del debito sovrano, il governo tedesco accetta il principio di un’unione dei trasferimenti per finanziare la ripresa nei paesi più colpiti, caricandosi buona parte dei costi del debito comune. La sentenza della Corte costituzionale tedesca contro il Quantitative easing della Bce potrebbe aver spinto Merkel verso questa direzione. Più probabilmente, all’origine della svolta c’è un calcolo politico e economico basilare. I 1.000 miliardi di aiuti di stato che la Germania ha messo a disposizione delle sue imprese per reggere all’impatto del Covid-19 stanno creando “un disequilibrio molto grave” dentro all’Ue, spiega al Foglio Elisa Ferreira, commissaria europea per la Coesione: “Se non siamo in grado di organizzare stimoli che aiutino la convergenza” tra gli stati membri, la Germania potrebbe ritrovarsi senza clienti cui vendere merci e servizi (un’ipotesi economicamente insostenibile), e le imprese degli altri paesi rischiano di farsi fagocitare da quelle tedesche (uno scenario politicamente intollerabile).
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