Roma. “Il Cile traccia nuovi percorsi”, spiegava un mese fa Bloomberg elogiando un “piano di battaglia” contro il Covid che “finora ha dimostrato di avere successo”. Gli indici di popolarità di Sebastián Piñera si sono risollevati, dopo il crollo seguito alla rivolta per l’aumento dei biglietti dei trasporti. Ma venerdì la “fase 2” è stata interrotta col ristabilimento del lockdown nell’intera Santiago – sette milioni di abitanti. Lunedì sempre a Santiago centinaia di manifestanti sono scesi in strada: saccheggi, mezzi pubblici in fiamme e sassaiole. Martedì si è raggiunta la cifra record di 31 morti e 3.520 contagi, portando il totale dei casi verso quota 50 mila: il quarto paese più colpito dell’America Latina, dopo Brasile, Perù e Messico. Le vittime però sono ancora poche, poco più di 500.
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