Roma. Lo scenario è ormai tristemente noto. Più della metà delle vittime da coronavirus in Belgio sono nelle case di cura. “La società belga ha deciso che le vite di questi anziani confinati contano molto meno di quelle dei cosiddetti ‘attivi’”, ha scritto sul Soir il sociologo Geoffrey Pleyers. E Marcus de Brun, nominato dal ministero della Salute irlandese presso il Consiglio medico, ha scritto: “Confinare i negativi da Covid all’interno delle case di cura dove ci sono positivi equivale all’eutanasia sanzionata dallo stato”.
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