Roma. Rimanere immobili di fronte al mondo che evolve non fa bene a nessuno. Né all’Unione europea né ai suoi stati membri. Alexander Stubb, ex primo ministro della Finlandia ed ex ministro delle Finanze, vicepresidente della Bei fino a pochi mesi fa e dal primo maggio direttore della School of Transnational Governance dell’Eui di Firenze, è convinto che l’Ue sia pronta a cambiare, sia pronta a superare le sfide, ma bisogna iniziare a mettere in chiaro alcune cose: “Dovremmo smetterla di pensare che l’Unione sia una specie di utopia, mettiamoci in testa che non sarà mai perfetta, che ci sarà sempre qualcuno pronto a dire che non fa mai abbastanza. La verità è che l’Ue ha fatto sempre più di quello che i suoi strumenti le hanno consentito”. Soprattutto adesso, dice al Foglio l’ex primo ministro finlandese, cresciuto tra i meandri delle istituzioni europee e convinto che per affrontare la crisi sanitaria ci voglia solidarietà, certo, ma anche tanta ambizione.
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