Il premier svedese Stefan Löfven (foto LaPresse)

Il fronte dei frugali si è spaccato. Rimane un no, anzi un Nej

David Carretta

Olanda, Danimarca e Austria usano aggettivi che fanno ben sperare per il Recovery fund. E la Svezia? Va da sola

Bruxelles. Ursula von der Leyen ha ottenuto un primo successo con il Recovery fund da 750 miliardi di euro per aiutare l’Unione europea a uscire dalla più grave recessione della sua storia. Il gruppo dei quattro paesi “frugali” – Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia – si è spaccato nella prima reazione alla proposta della Commissione. L’unico “nej” deciso è arrivato dalla Svezia, dove il premier Stefan Löfven è rimasto accampato sui “no” alla mutualizzazione del debito e agli stanziamenti a fondo perduto che i “Frugal four” avevano espresso in un non-paper sabato 23 maggio. “E’ sorprendente che la Commissione raccomandi che più di 500 miliardi di euro siano versati come stanziamenti, senza alcuna domanda di rimborso”, ha detto Lofven: “La Svezia ha sempre spinto per un fondo che sia concentrato sui prestiti per fornire un incentivo più forte a fare sì che il denaro sia usato in modo efficiente”. Dalle altre capitali dei “Frugal four” sono arrivati messaggi sorprendentemente frugali, perfino positivi. Il ministro degli Esteri della Danimarca, Jeppe Kofod, ha definito la proposta come “un’aggiunta molto sostanziale alle molte misure importanti che abbiamo preso a livello europeo per mitigare l’impatto della crisi” anche se 750 miliardi sono una somma “semplicemente troppo alta”. Il premier olandese, Mark Rutte, ha detto che i contatti con gli altri paesi Ue sono “intensi e costruttivi” e ha pubblicato un tweet elogiativo delle riforme annunciate da Giuseppe Conte in Italia. Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, che nelle ultime settimane era emerso come portavoce ufficioso dei “Frugal four” ha usato un aggettivo che fa ben sperare. “Ciò che troviamo positivo – non solo per me, ma anche per Olanda, Svezia e Danimarca – è che c’è un limite temporale e che il fondo sarà una misura di emergenza una tantum e non il primo passo verso una unione del debito”, ha detto Kurz a Politico.eu.

 

  

La frugalità delle reazioni dei “Frugal four” al Recovery fund è dovuta ad alcune abili scelte fatte da von der Leyen per andare incontro alle loro esigenze e ai loro sospetti. Le centinaia di miliardi che pioveranno su Italia e Spagna dovrebbero arrivare anche sotto forma di prestiti, mentre gli stanziamenti non saranno sborsati senza condizioni. Ciascun paese dovrà presentare dei piani nazionali di ripresa che contengano misure e riforme in linea con il semestre europeo e gli obiettivi dell’Ue (Green deal, digitale, eccetera). La Commissione non sarà un giudice monocratico: i piani nazionali dovranno essere approvati da un comitato dove siedono tutti i rappresentanti di tutti gli stati membri. Olanda e Austria hanno sempre contestato il lassismo della Commissione su conti pubblici e riforme dei paesi del sud. Con il Recovery fund, invece, avranno voce in capitolo sulle scelte di Italia e Spagna.

 

Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, giovedì ha spiegato che saranno introdotti i “milestones”: chi non rispetta gli impegni e il calendario delle riforme (le pietre miliari) non riceverà la tranche di aiuti. Von der Leyen è stata abile anche sul bilancio 2021-2027, evitando di aumentare i tetti di spesa. Se accetteranno nuove risorse proprie, i “Frugal four” non vedranno salire il conto come contributori netti e possono sperare di ottenere anche uno sconto.

 

Ora tocca al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, condurre i negoziati con i leader dei 27. Un segnale positivo è che gli ambasciatori di Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia non hanno insistito perché fosse l’Ecofin o l’Eurogruppo a occuparsi di Recovery fund. I ministri delle Finanze – tra cui l’olandese Wopke Hoekstra – saranno tenuti in disparte: il negoziato si svolgerà a livello di Coreper (ambasciatori), Consiglio affari generali (ministri per gli Affari europei) e Consiglio europeo (capi di stato e di governo). Michel si prepara a una maratona di vertici, a partire da quello del 19 giugno, con i “Frugal four” che useranno ogni occasione per cercare di annacquare il Recovery fund. “Quando si tratta della ratio tra prestiti e stanziamenti, è necessario un ulteriore negoziato”, ha detto Kurz. “I paesi che sono salvati dovranno dire cosa faranno per assicurare che questa situazione non si presenti di nuovo”. La zona di atterraggio di un accordo in luglio si trova in un’inversione della ratio stanziamenti-prestiti e nella condizionalità per assicurare che i fondi siano usati, se non in modo frugale, almeno in modo responsabile.

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