Mosca, la terza Roma dalle notti in bianco, capitale dei vizi e dei segreti, custoditi ormai così così, e delle celebrazioni in grandissimo stile, è stata la città più colpita dal coronavirus in Russia, con 175.829 casi. E’ stata però anche la prima a dire a Vladimir Putin che non era vero che la situazione era sotto controllo e che anzi, stava già diventando grave. Così, era marzo, Putin ha rimandato il referendum costituzionale, ha annunciato “un periodo senza lavoro”, ossia la quarantena, e ogni tanto appariva in qualche videomessaggio in televisione e negli spezzoni di riunioni con il governo mandati in onda: aveva un’aria molto annoiata il presidente, giocherellava con penne e matite mentre il primo ministro, contagiato, gli raccontava come andavano le cose. Le cose vanno male ma un po’ meglio, tanto che è iniziata la fase due in alcune zone e persino Mosca ha annunciato alcune riaperture.
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