Quarant'anni di Cnn
Quanto è cambiata l’informazione e quanto siamo cambiati noi “stando svegli tutta la notte”
La scritta rossa e bianca fuori dal quartier generale e che gli spettatori di tutto il mondo hanno imparato a riconoscere nell’angolo in basso a sinistra del loro televisore, il giorno dopo le manifestazioni per l’uccisione di George Floyd era completamente ricoperta di graffiti. La sede della Cnn di Atlanta, il quartier generale, in questi giorni di protesta violenta è diventato un bersaglio preso di mira dai manifestanti, che su quelle lettere giganti si sono arrampicati, urlando la loro rabbia. Omar Jimenez, corrispondente di colore che era a Minneapolis a raccontare i disordini, era stato arrestato il giorno prima, le immagini di lui in manette portato via dalla polizia a fare il giro del mondo e a confermare Cnn come il canale dell’informazione in prima linea, lì dove tutto succede. Sono quaranta anni che lo fa, da quel primo giugno 1980 quando il miliardario Ted Turner – quarantuno anni all’epoca e una fama di piacione con le donne che non lo abbandonerà mai, anzi, si intensificherà con il matrimonio con Jane Fonda – sale sui gradini del Techwood di Atlanta, il campus che aveva fondato, e annuncia – tra lo scetticismo generale che di solito si riserva alle imprese donchisciottesche – la nascita di Cable News Network, canale televisivo via cavo di notizie 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana. “E pensare che Turner di giornalismo non sapeva niente”, dice al Foglio Lisa Napoli. Lei a Cnn arrivò nel 1984 per uno stage in un momento in cui lavorare per una rete nuova e per giunta ad Atlanta, quando tutta l’informazione era a New York o a Washington, non era particolarmente prestigioso. Sulla storia di Cnn ha scritto un libro appena uscito in America, “Up All Night”, per raccontare come in quaranta anni sia cambiata l’informazione.
“Oggi è difficile anche solo immaginarlo, ma c’è stato un tempo in cui i canali smettevano di trasmettere a mezzanotte: sfruttando le potenzialità tecniche del cable e del satellite, Turner decide di occupare uno spazio fino a quel momento morto. All’inizio su 18 milioni di americani abbonati alla tv via cavo, solo due milioni seguono Cnn. Non esattamente un successo”. Le cose cambiano con un evento che a noi italiani suonerà familiare: nel 1987 una bambina di 18 mesi, Jessica, cade in un pozzo. Cnn segue i tentativi di salvataggio – qui a differenza di Alfredino Rampi andati a buon fine – ininterrottamente. L’anno prima, nel 1986, era stata la volta della navicella Challenger, esplosa in cielo pochi secondi dopo il decollo con sette persone a bordo: a differenza delle altre tv che si limitano al servizio dallo studio letto da un giornalista freddo e distaccato, la Cnn trasforma lo svolgersi dell’evento nella notizia stessa. “Quello che cambia è il modo in cui questi eventi sono raccontati. E’ la grande intuizione di Reese Schonfeld, primo presidente e, a differenza di Turner, vero giornalista: la versione mediata di un evento non è la storia. La storia è il suo svolgimento. Si passa da raccontare cosa è accaduto a raccontare cosa sta accadendo, in tempo reale”.
Lo storytelling applicato alla notizia e anche la nascita di un genere nuovo, a metà tra informazione e intrattenimento. Con la guerra del Golfo del 1991, il salto è completo: Cnn è l’unica rete in grado di comunicare dall’interno dell’Iraq durante le prime ore dei bombardamenti, con notizie dal vivo da Baghdad. “E’ qui che si ridefinisce il concetto stesso di notizia, creando un nuovo appetito. L’idea di avere una cinepresa che riprende sempre un evento trasforma il modo in cui guardiamo a quell’evento. L’esplosione del Challenger, la guerra del Golfo, le proteste di piazza Tiananmen mettono le basi per quello che vediamo oggi in tv e creano un nuovo tipo di spettatore, quelli che in inglese si chiamano “news junkie” i drogati di notizie. E’ la nascita di un comportamento completamente nuovo: il mondo intorno a me va a pezzi, meglio avere la tv sempre accesa sullo sfondo”. Nata come neutrale e rigorosa, negli anni Cnn è diventata sempre più schierata, costretta a “intensificare questo dialogo odioso e orribile con la concorrenza” ovvero con Fox News, nata nel 1996 per dare voce ai conservatori. “Cnn è stata fondata in un momento storico in cui per un’emittente di news esprimere un’agenda politica era una cosa impensabile, semplicemente non si faceva. Ed era una cosa alla quale Turner non era neanche interessato. Ora è tutto diverso. Non contano più solo accuratezza e velocità, oggi è tutta opinione, è il giornalista star bello e sensuale che diventa lui stesso una celebrity, un brand”. In questo senso gli attacchi di Trump e la nascita del termine “fake news” sono il complemento del processo di polarizzazione ma anche di spettacolarizzazione di cui parla Lisa Napoli: le litigate del presidente con il giornalista Jim Acosta, corrispondente dalla Casa Bianca, sono diventate quasi un genere a sé che con l’idea di giornalismo rigoroso di una volta però forse non hanno più nulla a che fare.