Cuomo e De Blasio tornano a farsi la guerra nel bel mezzo degli scontri per Floyd
Il governatore e il sindaco di New York, entrambi dem, non si sono mai stati simpatici. E ora le cose sono precipitate
New York. E pensare che sembrava avessero fatto appena la pace. Invece tutto è precipitato negli ultimi giorni, complice la devastazione a cui è andata in contro la città di New York per colpa di bande che con la protesta pacifica per la morte di George Floyd hanno poco a che vedere. Martedì, dopo l’ennesima notte di vetrine sfasciate e negozi saccheggiati e aggressioni da parte della polizia, il governatore dello stato Andrew Cuomo in conferenza stampa ha criticato la gestione della città dicendo che “il New York Police Department e il sindaco non hanno fatto il loro lavoro. Quello che è successo è ingiustificabile”.
Il sindaco è ovviamente Bill de Blasio: la responsabilità dei 36 mila agenti di polizia della città è sua. Altrettanto ovviamente non l’ha presa bene. Freddi Goldstein, il suo segretario stampa, poco dopo ha dichiarato: “I commenti del governatore sono offensivi per gli uomini e le donne del NYPD che ogni notte sono là fuori a cercare di proteggere i newyorkesi. Sarebbe bello se i nostri ufficiali sapessero di avere il rispetto del loro governatore”. I newyorkesi, esausti dai litigi e ancora nel pieno della pandemia e con un coprifuoco in atto, hanno alzato gli occhi al cielo: ma anche questa ci tocca sopportare?
Pur essendo entrambi democratici, Andrew Cuomo e Bill de Blasio non si sono mai stati simpatici. Tanto tempo fa – si parla della fine degli Anni 90 – erano colleghi: Cuomo, allora segretario del Dipartimento federale dell’edilizia abitativa e dello sviluppo urbano sotto la presidenza di Bill Clinton, assunse de Blasio per supervisionare la regione di New York. Cosa sia successo non si sa, sta di fatto che il rapporto tra i due è poi misteriosamente naufragato, proprio quando de Blasio è stato eletto sindaco per la prima volta, nel 2013, con Cuomo già governatore da qualche anno (eletto nel 2011). Da allora hanno praticamente bisticciato su tutto, cose serie, frivole e tutto quello che c’è in mezzo: gli alloggi pubblici, i senzatetto e le donne in topless a Times Square, le tasse ai milionari e l’eutanasia di un cervo, la scuola, le tempeste di neve, la metropolitana. Persino i sonnellini pomeridiani.
Nel 2018 in un articolo che ripercorreva il loro rapporto il New York Times scriveva: “I due democratici sono ora impegnati in una faida così brutta, meschina e prolungata che anche nella spietata politica di New York pochi ricordano di aver mai visto una cosa simile. Tutte queste regole del decoro politico sono saltate dalla finestra con questi due. Il team di Cuomo pensa sinceramente che de Blasio sia incompetente. Il team di de Blasio pensa sinceramente che Cuomo sia pernicioso”. Molto centrano le ambizioni personali: entrambi si percepiscono come due figure in grado di definire il futuro del Partito Democratico a New York e su scala nazionale. Il sindaco come un faro progressivo impregnato di idelogia, il governatore come un democratico centrista con i piedi piantati nel pragmatismo. “Credo nell’azione. Credo nei risultati. Credo nel fare la differenza nella vita delle persone. Non credo nel tenere discorsi sui valori”, ha risposto anni fa Cuomo a una domanda su de Blasio. Eppure, nelle ultime settimane i due sembravano aver trovato una dimensione di pace, uniti nella lotta al coronavirus. Per ben due volte il sindaco è stato ospite in video nelle famose e molto apprezzate conferenze stampa di de Blasio con conseguente scambio di complimenti e smancerie varie e intenti comuni su come procedere alla riapertura di New York City. Sarebbe potuta finire benissimo, invece sta andando malissimo, peggio che mai, con Cuomo che minaccia di impadronirsi della città e di far entrare la Guardia Nazionale, che però il sindaco non ha mai richiesto.
“Si può rimuovere un sindaco? Sì. Non è mai successo, non riesco a trovare un precedente. Ma in teoria è legalmente possibile", ha detto il governatore in conferenza stampa. La posizione di De Blasio è talmente indebolita che 236 suoi ex e attuali collaboratori mercoledì hanno firmato una lettera in cui criticano la sua gestione, sottolineano una serie di fallimenti nella riforma della polizia delle comunità nere, uno scontento di lungo termine culminato quando il sindaco ha difeso con forza la condotta aggressiva della polizia durante le proteste per la morte di George Floyd. “Non possiamo rimanere in silenzio mentre l'amministrazione che abbiamo servito consente al NYPD di trasformare la nostra città in un territorio occupato. De Blasio può non sentire le grida di giustizia da parte dei newyorkesi di colore, ma noi sì”.