Nel comizio Zoom del capo del Labour britannico non si parla mai di Boris
Keir Starmer e la costruzione di un leader
Londra. In un’ora di conversazione con un gruppo di elettori scozzesi su Zoom, a cui il Foglio è riuscito ad assistere, il leader del Labour Keir Starmer parla di tutto, tranne che del governo conservatore. Per Starmer sarebbe fin troppo facile accusare il premier Boris Johnson di avere gestito male l’epidemia e di essere responsabile del disastro sanitario. Ma il capo dell’opposizione resiste all’impulso di criticare il governo, e parla invece dei progetti del Labour per il futuro. “Se fossi il primo ministro – spiega Starmer in questo incontro virtuale con alcuni cittadini del Lanarkshire, una contea a sud della Scozia – avrei tre priorità per la ripresa economica. Questo è il momento giusto per costruire nuove infrastrutture nelle regioni a lungo trascurate. Secondo, dobbiamo fare rientrare i giovani nel mondo del lavoro. Terzo, dobbiamo sostenere le nostre aziende e impegnarci affinché sopravvivano alla crisi dei prossimi mesi”.
A questo proposito, Starmer ha sostenuto in settimana il programma del governo per riaprire le attività commerciali dal 4 luglio. Era da tempo che conservatori e laburisti non si trovavano d’accordo su un tema così importante. I confronti parlamentari tra il capo dell’opposizione e il primo ministro, solitamente molto concitati, ora assomigliano più a un’udienza in tribunale. L’ex avvocato Starmer analizza e smentisce minuziosamente le tesi del governo, senza mai affondare il colpo. Il leader del Labour crede che l’opposizione costruttiva sia l’unico modo per restituire credibilità a un partito in crisi. “Il Labour deve offrire una visione positiva anziché fare opposizione a ogni costo – spiega Starmer in risposta a un elettore – Dobbiamo spiegare ai cittadini come migliorerà il loro futuro se il Labour dovesse andare al potere”.
A questi eventi virtuali tenuti da Starmer partecipano ex elettori del Labour che hanno votato per altri partiti alle scorse elezioni. Il loro scopo è mostrare che il partito è cambiato. “Keir vuole ascoltare il tuo parere, specialmente se non ci hai sostenuto alle ultime elezioni”, scrive la mail destinata agli iscritti. Un’eventuale vittoria elettorale di Starmer passa per la Scozia, un’ex roccaforte da cui il Labour è gradualmente scomparso tanto che nel voto di dicembre ha eletto appena un deputato su cinquantanove. “I rappresentanti del Labour non si vedono mai in Scozia”, si lamenta Douglas, che ha votato per i nazionalisti scozzesi dell’Snp assieme a suo padre 92enne: “Non so più nemmeno come si chiama il leader della costola scozzese del Labour”. Molti elettori criticano la posizione ambigua del partito sul tema dell’indipendenza scozzese, e chiedono cosa ne pensa il nuovo leader. Ma il vero scopo dell’incontro non sono le domande dei membri ma quelle di Starmer, che ascolta le risposte e prende appunti. “Cosa vorresti dal nuovo leader del Labour”, chiede il capo dell’opposizione, che si fa chiamare “Keir”: “Se fossi venuto qui di persona su cosa dovrei ragionare durante il viaggio di ritorno?”. Starmer, che viene accusato dai critici di essere un esponente della sinistra chic londinese, promette di trascorrere del tempo in Scozia appena si tornerà alla normalità. “Il Labour deve scalare una montagna in questa regione, ma l’unico modo per riuscirci è riconquistare la vostra fiducia”.
Il momento più toccante dell’incontro avviene quando Connie racconta la morte per Covid del suo compagno, che sarebbe diventato a breve suo marito. “Lavorava come camionista e il governo non ha fatto nulla per proteggerlo. Anche io mi sento sola: non ho ricevuto alcun sostegno psicologico o finanziario”. Anziché cogliere il pretesto per attaccare il governo, Starmer consola la giovane vedova e le chiede di lasciare un recapito per poterla aiutare. Il capo dell’opposizione, che viene accusato di essere un freddo giurista con la puzza sotto il naso, si sforza di essere simpatico con i suoi potenziali elettori. “Che bella quella tenda alle tue spalle”, dice Starmer a una signora in vena di chiacchiere: “L’ha cucita tua madre? Le devi fare i complimenti”. Eppure questo affabile avvocato londinese è capace di fare scelte durissime. Poche ore dopo l’incontro Starmer ha licenziato Rebecca Long-Bailey, ministro ombra dell’Istruzione e allieva di Jeremy Corbyn, per avere condiviso un articolo con riferimenti antisemiti. I corbiniani sono sul piede di guerra ma lo stato maggiore del Labour è convinto che questi gesti simbolici siano necessari per ricostruire l’immagine del partito. Starmer lo ripete spesso ai suoi elettori: “Dobbiamo tornare al governo. Se perdi le elezioni devi pagare un prezzo: non puoi cambiare le cose”.