Il faccendiere che respingeva i migranti per conto di Malta minaccia i giornalisti italiani
L'ex capo di gabinetto del governo della Valletta, Neville Gafà, manda intimidazioni al cronista di Avvenire che indagava su di lui. Dei suoi strani legami con la Libia si era occupato anche il Foglio
“Ferma i tuoi affari sporchi, altrimenti ti fermeremo noi”, ha minacciato su Twitter l'ex capo di gabinetto del governo di Malta, Neville Gafà, rivolgendosi al giornalista dell'Avvenire Nello Scavo, che sul social network lo incalzava per chiedergli conto del ruolo che aveva ricoperto nei respingimenti dei migranti nel Mediterraneo nei mesi scorsi. Si tratta di una intimidazione grave perché Neville Gafà, pur non essendo membro del gabinetto del premier laburista Robert Abela in modo ufficiale, è ancora oggi – per sua stessa ammissione – un consulente del governo maltese.
L'esecutivo di Abela ha fatto ricorso proprio a Gafà e alla sua ampia rete di conoscenze in Libia per organizzare il respingimento di un gruppo di migranti nel giorno di Pasquetta, lo scorso aprile. Dodici i naufraghi che persero la vita dopo l'intervento di pescherecci fantasma – senza bandiera – affittati dal governo di Malta e usati per riportare in Libia i 51 superstiti. La Valletta mise in atto un respingimento in piena regola che violava le convenzioni internazionali, dato che la Libia è considerata dalle Nazioni Unite un porto non sicuro.
Secondo le accuse che ora sono al vaglio di un'indagine maltese, Gafà fu l'ideatore del respingimento. “Ricevevo notizie sulle barche che partivano dalla Libia e davo le loro coordinate alle Forze armate maltesi che le intercettavano e le consegnavano direttamente ai libici”, aveva dichiarato Gafà alla stampa maltese. Si sarebbe trattato di un sistema piuttosto rodato di cui, sempre secondo l'ex funzionario, era a conoscenza anche l’ex primo ministro Joseph Muscat.
Di Neville Gafà – coinvolto anche nell'inchiesta che ha portato all'assassinio della giornalista maltese Carmen Caruana Galizia – si era occupato anche il Foglio il mese scorso. Come aveva raccontato il giornalista maltese Emanuel Delia al nostro giornale, Gafà era considerato la mente che organizzava i respingimenti a Tripoli: “Il sistema dei respingimenti durava da anni e i governi hanno sempre sperato che tutto restasse nascosto. Con la strage di Pasquetta però si è scoperto tutto”.