Roma. A febbraio, quando i capi di stato e di governo si erano incontrati a Bruxelles per discutere il bilancio pluriennale, e se ne erano tornati a casa senza nulla di fatto, si diceva che Angela Merkel si fosse infastidita per “il comportamento infantile” del premier olandese. Il coronavirus non era ancora un affare europeo e discutere del budget era, come ora, una questione di fazioni. I frugali di qua e gli amici della coesione di là. C’erano più sfumature di adesso, i semifrugali e i defilati, ma discutere di denaro non era ancora una questione legata alla sopravvivenza dell’Unione europea, ma già in quei giorni la cancelliera non vedeva bene l’atteggiamento di Mark Rutte, che dei frugali è il capo informale.
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