Con il suo approccio scientifico ha svelato, cadavere per cadavere, i gulag staliniani. Ora rischia 15 anni di carcere
Quando Yuri Dmitriev fu arrestato la prima volta, alla fine del 2016, stava finendo di completare l’elenco di 64 mila nomi e cognomi di persone deportate nei gulag sovietici, il lavoro della sua vita, l’ossessione della sua vita: ricostruire le storie dell’orrore staliniano. Negli ultimi quattro anni Dmitriev è entrato e uscito di prigione, è stato agli arresti domiciliari, poi è stato riarrestato: l’accusa è di aver fatto foto di Natasha, sua figlia in affido, per scopi pornografici. Una corte ha stabilito nel 2018 che l’accusa non aveva fondamento, mentre molti appelli internazionali chiedevano la liberazione di Dmitriev, è una accusa del regime, è la cancellazione della storia fatta dal Cremlino, dicevano, ma la settimana scorsa un’altra corte ha chiesto per lo storico quindici anni di carcere per la solita accusa: pedofilia.
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