Brad Parscale (foto LaPresse)

Trump fa fuori il suo guru elettorale

Paola Peduzzi

Brad Parscale non aveva riempito il palazzetto di Tulsa: licenziato. Al suo posto Bill Stepien. Ecco chi è il nuovo capo della campagna per la rielezione 

A meno di quattro mesi dalle presidenziali, Donald Trump ha sostituito il capo della sua campagna elettorale, Brad Parscale, con Bill Stepien. Anche nel 2016 ci fu un rimpasto burrascoso in mezzo all’estate: fu quando arrivò Steve Bannon (qui la sua conversazione con Il Foglio). 

 

Parscale, che guidava la campagna digitale nel 2016 ed era l’unico, nella notte elettorale, a ripetere: “Vinciamo noi”, ha fatto di recente un errore che per Trump è imperdonabile: non ha riempito il palazzetto di Tulsa, il primo assembramento elettorale del presidente. Da quel momento, è partito il solito chiacchiericcio: Parscale è finito. Il metodo è sempre lo stesso: darwiniano. Che come raccontato dal Washington Post (e in questo articolo del Foglio) nel caso specifico ha funzionato così: “Quando Parscale prende la parola viene interrotto sempre più spesso sia da Trump sia da Jared Kushner, il genero che sovraintende sulla campagna e su altre faccende trumpiane; è stato attorniato da altre persone che prendono la parola più spesso senza venire interrotti, come il vice di Parscale, Bill Stepien; lavora spesso da remoto invece che essere presente alle riunioni; è costretto a fare domande che fanno capire a tutti che molte cose di cui prima era tenuto al corrente ora non passano più da lui. La punizione per il fiasco di Tusla è stata: il discorso e i fuochi di artificio al Monte Rushmore, il 3 luglio, sono stati gestiti da Stepien e da Jason Miller, che hanno parlato tutti i giorni con Trump nella settimana precedente l’evento assieme ad altri che non erano Parscale”.

 

Bill Stepien è stato uno dei consiglieri principali dell’ex governatore del New Jersey Chris Christie, collabora con Trump dal 2016 ed è diventato il political director della Casa Bianca. Nel 2017, dopo le elezioni di midterm, era tornato a fare lavoro di consulenza ma è stato richiamato da Kushner qualche mese fa e messo poi come vice di Parscale: per controllarlo, e al momento necessario (mercoledì sera) sostituirlo. 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi