Perché brucia Nantes

Sono stati trovati tre inneschi. La procura apre un’inchiesta per “incendio doloso” e tutti gli indizi lasciano pensare che si tratti dell’ennesimo atto criminale ai danni di un luogo di culto cristiano

Mauro Zanon

Parigi. È stata Cécile, una dipendente del panificio situato di fronte alla cattedrale di Nantes, ad allertare i vigili del fuoco attorno alle 7.45, dopo aver notato una nuvola di fumo nero provenire dal rosone centrale. A quindici mesi di stanza dal rogo di Notre-Dame, la Francia osserva impotente l’incendio di un’altra delle sue chiese storiche, la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, capolavoro del gotico fiammeggiante la cui prima pietra è stata posata nel 1434 per volere di Giovanni V, duca di Bretagna, e l’ultima 457 anni dopo.

  

Secondo quanto dichiarato dal procuratore della Repubblica di Nantes Pierre Sennès, sono stati trovati tre inneschi in altrettanti punti diversi della cattedrale: uno accanto al grande organo, gli altri due ai lati della navata.

 

 

La procura di Nantes ha aperto un’inchiesta per “incendio doloso” e tutti gli indizi lasciano pensare che si tratti dell’ennesimo atto criminale ai danni di un luogo di culto cristiano. “È una giornata triste. La nostra cattedrale è un luogo per tutti i residenti di Nantes, fa parte della nostra storia, del nostro patrimonio”, ha dichiarato la sindaca Johanna Roland, accorsa sul posto questa mattina.

 

 

Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha manifestato su Twitter il suo sostegno ai pompieri impegnati nel salvataggio di questo “gioiello gotico” e lo stesso ha fatto il primo ministro, Jean Castex. Quest’ultimo, assieme al ministro dell’Interno Gérald Darmanin e alla ministra della Cultura Roselyne Bachelot, si è recato a Nantes nel pomeriggio per manifestare la sua vicinanza ai cittadini e alle autorità locali.

  

  

I 104 pompieri coinvolti nello spegnimento dell’incendio hanno circoscritto le fiamme attorno alle 10, ma non sono riusciti a salvare il grande organo. “I danni sono concentrati sul grande organo che sembra interamente distrutto”, ha indicato il direttore dei pompieri del dipartimento della Loira-Atlantica, Laurent Ferlay attorno alle 9.

Poi è arrivata la conferma da parte dell’amministratore diocesano, padre François Renaud, che ha potuto entrare nella cattedrale con i vigili del fuoco e constatare che “il grande organo era completamente scomparso”.

“È veramente impressionante ed è una perdita inestimabile”, ha dichiarato con le lacrime agli occhi. È “inestimabile”, perché se ne va un pezzo di storia importante della Francia, un cimelio risalente al 1627, sopravvissuto alla furia anticattolica della Rivoluzione francese, ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale e persino all’incendio del 28 gennaio 1972, che aveva devastato tre quarti della cattedrale di Nantes.

  

“È una tragedia, una vera catastrofe”, ha detto a Bfm.tv l’organista della chiesa, Marie-Thérèse Jehan, prima di aggiungere: “Quest’organo era uno dei gioielli del patrimonio organistico della Francia, uno dei più belli”. Dal 1862, la cattedrale nantese è monumento storico. Ha sempre avuto una vita movimentata e subìto vari ricostruzioni, la più importante delle quali dopo il rogo del 1972, quando le travi del tetto sono state rifatte in cemento. Quarantotto anni fa era stato un operaio che effettuava delle riparazioni ad aver incendiato accidentalmente la cattedrale con una torcia. Questa volta, invece, potrebbe trattarsi di un atto deliberato, per colpire al cuore la Francia millenaria.

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