Tabù violati, nuovi equilibri, coalizioni e contrappesi. Dal negoziato sul Recovery fund è nata un’Ue tutta diversa
Il vertice dei capi di stato e di governo sul Recovery fund segna una profonda mutazione genetica dell’Unione europea, destinata a definire un nuovo paradigma per gli anni a venire. Malgrado le difficoltà, dopo quattro giorni di negoziati, i 27 questa sera erano vicini a un accordo storico. Quello che era impensabile prima del Covid-19 – debito comune per trasferimenti nord-sud, piccoli paesi che tengono testa al motore franco-tedesco – sta diventando realtà. L’ultima bozza presentata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, potrebbe apparire come un risultato modesto agli occhi degli europeisti.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE