Capita spesso nel condominio europeo di ritrovarsi a sognare amici lontani, alleati che abitano fuori dalle frontiere dell’Ue, generosi, presenti, sempre pronti a dare una mano (o almeno a farsi fotografare mentre danno una mano). Con i vicini di pianerottolo si litiga e si discute e si sospira: loro sì che ci capiscono. Loro sono i russi e i cinesi in particolare, quelli che nelle classifiche dei migliori amici durante le settimane più cupe della pandemia erano in alto, ai primi posti, mentre i francesi o i tedeschi scivolano giù, egoisti e presuntuosi. Abbiamo festeggiato la parata militare russa in Italia, gli aiuti e il sostegno degli uomini del Cremlino, senza sapere che cosa erano venuti a fare (hanno poi fatto qualcosa?) ma festeggiandoli come gli unici in grado di comprendere la nostra tragedia. Nel frattempo si trasferivano pazienti anche dentro l’Europa e arrivavano scatoloni di materiale sanitario recuperato in affanno ma comunque recuperato e l’Unione europea si stava trasformando velocemente, seguendo un istinto inconsueto ma evidentemente necessario, tanto che ora un premier olandese accetta un debito comune europeo, e pure una cancelliera tedesca. Ma quel che accade nel proprio condominio non è mai degno di nota, figurarsi di festa, perché l’Europa è fatta per svilire i suoi stati membri, no?
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