Perché una libreria che chiude a Hong Kong è sempre un brutto segnale
La Swindon di Lock Road non riaprirà. L’economia dell’ex colonia inglese in caduta libera, così come la libertà d’espressione
Chiude la libreria più antica di Hong Kong. La Swindon book company ha annunciato dei lavori di ristrutturazione, ma non è chiaro se e quando riaprirà. Il negozio, in attività sin dal 1918, è molto più di una libreria, ma un simbolo di Hong Kong. I due piani affacciati su Lock Road erano lì sin dal 1918, e come scrive il South China Morning “generazioni di honkonghesi sono cresciute in quella libreria inglese, e la sua insegna dorata su marmo ha attraversato due Guerre mondiali e il boom economico della città”.
Dal primo agosto le vendite si trasferiranno online, mentre l'azienda continuerà a gestire due altri negozi fisici, quello di Central e di Admiralty. Swindon, scrive Time Out, era la libreria di riferimento per i libri di testo di molte scuole e università a Hong Kong, ma aveva anche una selezione di libri in lingua inglese, e proponeva anche testi su ordinazione. Grazie all'autonomia, alla Swindom era possibile trovare volumi vietati o censurati nel resto della Cina.
Quella di una libreria che chiude è sempre una notizia a Hong Kong. Il problema della Swindon ha a che fare con il contratto d'affitto e alcuni arretrati, ma arriva in un periodo particolarmente complicato per l'ex colonia inglese. Non solo i casi di Covid-19 sono di nuovo in aumento, e l'economia torna a essere un problema per la città, ma sin dal 2015, quando cinque librai della Causeway Bay Books sono scomparsi in un caso internazionale legato alla censura di Pechino, tutto ciò che riguarda l'editoria, le pubblicazioni e la cultura è una minaccia alla libertà di espressione a Hong Kong.
A maggior ragione in queste settimane, con l'applicazione della nuova legge sulla Sicurezza che di fatto elimina l'autonomia dell'ex colonia inglese, la chiusura della Swindon è l'ennesimo segnale della scomparsa di Hong Kong per come la conosciamo.