Il presidente vuole rinviare le elezioni, non avendone i poteri, perché teme di perderle. Quest’ultima indecenza assieme alle altre è “il” problema assoluto della democrazia mondiale. Ci vogliono nervi saldi e istinto costituzionale ferrigno
A ciascuno la sua pena. A noi le preoccupazioni costituzionali sul Fürherprinzip incarnato da Giuseppi, la solita perdita di tempo, agli americani la battaglia contro un gangster, un incubo di bel nuovo, che vuole rinviare, non avendone i poteri, le elezioni regolate da una legge federale e da procedure iscritte in Costituzione (la più antica carta democratica scritta del mondo). Denunciare preventivamente come fraudolente, via Twitter, elezioni che i sondaggi oggi indicano come perdute per il presidente in carica: è l’ultimo esercizio di indecenza venuto da un demente con alto profilo criminale, finalmente smascherato ma, come anticipato qui due giorni fa, ancora più pericoloso ora che è battibile nelle urne. E’ da sperare che il rigetto sia universale e univoco, definitivo e chiuso a ogni possibile apertura. Ne va di un sistema di governo, di una democrazia liberale di massa, della democrazia mondiale.
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