Roma. Il Wall Street Journal ha pubblicato una selezione di commenti dei propri lettori che conferma: questo non è il New York Times, non ci pieghiamo alle pressioni interne né a quelle esterne. La settimana scorsa, l’Editorial board del quotidiano americano di proprietà della famiglia Murdoch ha scritto una “nota ai lettori” in cui dava conto della lettera che era stata spedita al management del giornale da 280 dipendenti che denunciavano “la mancanza di trasparenza e di fact checking” delle pagine degli editoriali del quotidiano: questa mancanza di rispetto nei confronti dei fatti, scrivevano i 280 portando degli esempi, “compromette la fiducia dei nostri lettori e la nostra credibilità presso le fonti”. I responsabili delle pagine delle opinioni rispondevano: la vostra ansia “non è un nostro problema”, la redazione delle opinioni e quella delle news “operano con dipendenti e direttori separati” e questa separazione “ci permette di seguire storie e di informare i nostri lettori secondo il nostro giudizio indipendente”. L’obiettivo della nota era molto chiaro: sapevamo che la cancel culture sarebbe arrivata anche qui, era inevitabile, “ma noi non siamo il New York Times”. Mancava la risposta dei lettori: davvero hanno meno fiducia nel Wall Street Journal? I sette lettori selezionati dicono: no, avremmo meno fiducia se sapessimo che la denuncia della redazione delle News fosse accolta. L’esatto contrario del meccanismo che si è attivato al New York Times, dove le pressioni hanno portato il direttore della redazione delle opinioni, James Bennet, a dimettersi e il suo braccio destro, Bari Weiss a fare lo stesso dicendo: “Twitter è il direttore del New York Times”.
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