Roma. Anche se nel produrre la sua scelta non ha sorpreso nessuno, Joe Biden selezionando Kamala Harris come candidata alla vicepresidenza nel ticket elettorale per il voto del 3 novembre ha fatto la mossa giusta. A occhio nudo si percepisce come l’offerta progressista si sia rafforzata con la discesa in campo della 55enne senatrice della California e si può scommettere che d’ora in poi l’attrazione del rush per la Casa Bianca sarà lei, peraltro sufficientemente attrezzata per non cadere nei trabocchetti disseminati sul suo cammino. Biden insomma ha fatto un altro passo verso la vittoria, perché aver annesso al ticket una come la Harris significa tante cose nello stesso tempo, a cominciare dal segnale di sensibilità verso l’elettorato nero e le minoranze razziali, in questo momento in prima linea nella sofferenza sociale americana. Gli uomini e soprattutto le donne afroamericane avranno un’ottima ragione per andare a votare democratico, nella consapevolezza della rappresentatività incarnata dalla futura vicepresidente. E la stella di Kamala comincerà subito a brillare ben più di quanto abbia fatto quella baluginante del veterano Biden.
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