Invece del povero Bannon, un quattrinaro travestito da guru subito mollato dal suo ineffabile dante causa, dovevano arrestare quelli che lo hanno abbracciato come il loro pupazzo di riferimento e lo hanno eretto a monumento su piedi impastati di argilla (lasciamo perdere il fango e il muretto antistupratori fatto di tacos e la sottoscrizione guacamole, ché quelle sono cose da agenti federali e da giudici). Dovevano acchiappare i bannonisti della parrocchietta. I told you so. Per tempo ci si poteva accorgere, e senza nemmeno far sentire lo sforzo, che elevare a consigliori quel tipo era solo un insulto a una professione onestamente disonesta per principio, il consigliere fraudolente di Dante, da Ulisse a Guido da Montefeltro. Nell’inferno del cattivo consiglio non c’è posto per gli avventurieri che ballano una sola stagione, il luogo di espiazione è eminente e, francamente, ce lo meritiamo in pochi.
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