Al di là di quanto speravano i brexiteer, l'ostilità dell'amministrazione Trump ha ostacolato il raggiungimento di intese commerciali. Mentre col Giappone le trattative si sono arenate a causa di un formaggio
Londra. Lo scorso febbraio, pochi giorni dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue, il premier Boris Johnson tenne un discorso a Greenwich per inaugurare una nuova era della politica commerciale britannica. Il primo ministro celebrò la ritrovata libertà della Gran Bretagna e promise che il suo paese sarebbe stato “promotore del libero commercio su scala globale”, con tanto di riferimenti a David Ricardo e Adam Smith. Per anni Johnson ha sostenuto che la Brexit fosse un progetto liberale per evadere dal presunto protezionismo dell’Ue e aprirsi al resto del mondo. Il premier ha nominato come ministro del Commercio con l’estero il falco liberista ed euroscettico Liz Truss, che condivide la sua stessa visione. Tuttavia, il governo sta avendo difficoltà a trasformare lo slogan Global Britain in qualcosa di concreto dato che i negoziati si stanno rivelando più duri del previsto.
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